Giovedì 25 Aprile 2024

Svolta Ryanair, riconosciuto per la prima volta un sindacato piloti

La compagnia low cost ha riconosciuto ufficialmente il sindacato britannico Balpa. Ancora alta tensione con le sigle Italiane

Un aereo Ryanair (Afp)

Un aereo Ryanair (Afp)

Londra, 30 gennaio 2018 - E' ufficiale, Ryanair, la compagnia aerea low cost irlandese, ha annunciato per la prima volta di aver riconosciuto un sindacato piloti. Si tratta dell'organizzazione britannica Balpa (British Airline Pilots Association), con base in Gran Bretagna. La società si è impegnata a riconoscere i sindacati dei piloti di fronte alle crescenti tensioni interne, e dopo più di un mese di trattative, dovute agli scioperi della categoria che hanno causato l'annullamento di centinaia di voli. Un portavoce di Ryanair ha confermato che si è trattato del primo accordo di questo tipo siglato nella storia della compagnia con un sindacato.

Il 18 gennaio scorso, a conclusione di una difficile negoziazione, la compagnia aveva raggiunto un'intesa con i piloti in Gran Bretagna, permettendo aumenti salariali fino al 20%. L'incremento ha riguardato tutte le 15 basi in Gran Bretagna inclusa Londra Stansted che inizialmente aveva respinto il proposto incremento salariale. In quell'occasione Ryanair aveva fatto sapere che anche la maggioranza dei piloti con base in Irlanda avevano accettato gli aumenti delle buste paga. Nel corso del negoziato la compagnia aveva dato i primi segni di disposizione a dialogare con le formazioni sindacali. 

Intanto in Italia la situazione resta tesa, con Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti che proclamano uno sciopero per l'intera giornata del 10 febbraio "per il mancato avvio di un confronto serio sui temi del contratto collettivo di lavoro e delle tutele sociali di tutto il personale". Nel suo documento 'La Cisl per il lavoro', il sindacato ha affermato che il trattamento riservato dalla compagnia ai suoi dipendenti "offre spunti di riflessione importanti per impostare una politica contrattuale europea". "Ryanair è una compagnia di diritto europeo, con sede a Dublino, che pratica un dumping contrattuale e sociale sul costo del lavoro del 30%. Ciò significa che in Europa è ammesso uno sfruttamento dei lavoratori su scala prossima alle delocalizzazioni produttive nei Paesi emergenti", ha attaccato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, che in vista delle prossime elezioni, richiama i partiti ad occuparsi dei diritti e delle tutele dei lavoratori.