Mercoledì 24 Aprile 2024

Ruolo chiave a una donna Svolta del Papa

Giovanni

Panettiere

Che il Papa non sfugga alla retorica del genio femminile, di wojtyliana memoria, è una sacrosanta verità. Più volte l’abbiamo sentito dire che Maria "è più importante degli apostoli" e che "la Chiesa è donna". Sulla necessità di conferire spazi maggiori alle eredi della Maddalena, la prima testimone della Resurrezione e per questo apostola del cuore della fede cristiana, i buoni propositi hanno avuto per lo più il sopravvento sui fatti concreti. Bergoglio non è tipo da vedere e agire in simultanea. E non solo, perché come Papa è chiamato a tenere unito l’equipaggio (prima ancora che i passeggeri) della barca di Pietro: per non sbagliare, da gesuita predica il discernimento che necessita dei suoi tempi. Anche lunghi come quelli che l’hanno spinto a costituire una flemmatica commissione di studio sulle diaconesse, ma anche a siglare due (attese) riforme nelle ultime settimane dopo che lo scorso anno aveva preferito (temendo ripercussioni sulla Chiesa universale) non assecondare i vescovi dell’Amazzonia che chiedevano l’istituzione di nuovi ministeri femminili in un contesto ecclesiale a trazione fortemente rosa.

Così Francesco prima ha avvicinato le donne all’altare, togliendo del tutto ai maschi il monopolio sul lettorato e l’accolitato, poi ha nominato una suora sottosegretario del Sinodo dei vescovi (l’organismo d’indirizzo della Chiesa sulle sfide della modernità). Poco importa se la prescelta sia o meno un’obbediente alla linea. Conta che per la prima volta una donna sarà uguale ai maschi (vescovi), avrà diritto di voto nell’istituzione chiave per la sinodalità bergogliana e dei successori. Sono svolte simboliche, non si nega, ma Ecclesia non facit saltus. Le riforme si conquistano a piccoli passi. Figurarsi nella Chiesa dove Francesco passerà alla storia per l’avvio dei cambiamenti (dalla pastorale familiare alla questione di genere) più che per la loro completa realizzazione.