Martedì 7 Maggio 2024

Runner ucciso da un orso, l’ordinanza: abbattere l’animale. Famiglia di Andrea denuncerà Provincia e Stato

Andrea Papi aveva 26 anni. Fugatti: “Piano sproporzionato rispetto alla sua originaria impostazione”. Sui social si moltiplicano i messaggi contro l’abbattimento del plantigrado

Nel riquadro Andrea Papi, 26enne ucciso da un orso

Nel riquadro Andrea Papi, 26enne ucciso da un orso

Trento, 8 aprile 2023 – Continua a tenere banco la tragica morte di Andrea Papi, runner di 26 anni ucciso da un orso nei boschi di Caldes, in Trentino. Secondo quanto riportato da T quotidiano, che cita la madre del giovane studente dell’università di Ferrara, la famiglia si è già affidata a dei legali e ha intenzione di denunciare la Provincia Autonoma di Trento e lo Stato. L'intenzione è contestare le modalità con cui è stato messo in campo il progetto Life Ursus, senza un referendum consultivo tra la popolazione della zona. Nel frattempo, il presidente della Provincia Autonoma Maurizio Fugatti ha firmato l’ordinanza urgente per abbattere l’orso, in cui intima “di procedere, nel più breve tempo possibile, all'identificazione genetica dell'esemplare che si è reso protagonista dell'aggressione e di procedere all'abbattimento".

Sommario

Fugatti

Maurizio Fugatti ha definito oggi il progetto Life Ursus “sproporzionato rispetto alla sua originaria impostazione, che prevedeva una cinquantina di orsi sul territorio trentino”.

E ha aggiunto: “Ora ne abbiamo circa un centinaio su una parte del Trentino. Se vogliamo garantire la convivenza uomo-animale, dobbiamo fare in modo che il progetto torni alle sue origini”.

Ha proseguito Fugatti: “Gli esemplari problematici, come abbiamo deciso ieri, vanno abbattuti velocemente. Ci attendiamo la giusta collaborazione da parte delle autorità competenti: mi riferisco allo Stato, ai Ministeri, Ispra, che in qualche situazione hanno dimostrato un certo ostracismo nella storia di questo progetto rispetto alle posizioni della Provincia autonoma di Trento”.

L’ordinanza in Pdf 

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Il progetto Life Ursus

Del progetto Life Ursus si cominciò a parlare nel 1996, sulle montagne del Brenta. L’obiettivo era tutelare la popolazione di orso bruno. Tre anni dopo, nel 1999, iniziò la fase operativa del piano, con la liberazione dei primi due esemplari. Masun e Kirka. Tra il 2000 e il 2002 vennero liberati altri otto plantigradi per un totale di dieci esemplari complessivi, nati in libertà nella Slovenia meridionale. Sul sito della Provincia di Trento si legge che “nel 2002 e nel 2003” si sono registrati  il primo e il secondo parto. Da lì vengono segnalati “molti altri eventi riproduttivi”. Sui 10 orsi liberati, 7 si sono riprodotti “una o più volte nel corso della loro vita”.

I sindaci della Val di Sole

I sindaci dei Comuni della Val di Sole, la vallata dove si è verificata l'aggressione mortale, è unita nella linea assunta dalla giunta provinciale, quella di ridurre il numero degli orsi che frequentano le montagne del Trentino. 

"I cittadini chiedono risposte concrete, che le autorità sono chiamate a dare", hanno detto i

sindaci, con in testa il primo cittadino di Caldes, Antonio Maini e il presidente della Comunità Val di Sole, Lorenzo Cicolini. Il presidente Fugatti ha illustrato le misure previste: con ordinanza contenibile e urgente è stata stabilito l`abbattimento dell`orso che ha causato la morte del 26enne di Caldes, alla quale seguiranno altre ordinanze per la rimozione dei tre esemplari problematici MJ5, JJ4 e M62. Gli orsi da abbattere sono dunque potenzialmente 4, qualora dalle indagini genetiche a cura della Fonazione Edmund Mach emergesse che il plantigrado che ha aggredito il runner non sia già classificato come pericoloso".

Enpa

"Il giovane Andrea è vittima anche delle negligenze della politica, di cui oggi fa le spese anche l'orso", sostiene l’Enpa (Ente nazionale protezione animali). Nell'esprimere dolore e vicinanza alla comunità, l'Enpa riferisce "che purtroppo in questi lunghi 20 anni non c'è stata, da parte degli amministratori della Provincia autonoma di Trento, una politica di informazione e formazione rivolta ai cittadini sulla corretta convivenza con gli orsi e sul rapporto con la natura in tutte le sue forme di vita".

Animalisti contro l’abbattimento

Le associazioni animaliste intanto si schierano contro l'ordinanza di abbattimento dell'orso. L'Oipa, in una nota, invita alla calma, auspicando che “le istituzioni non ricorrano alla barbarie dell'occhio per occhio, dente per dente”.

Commenta il responsabile per la Fauna selvatica dell'Oipa, Alessandro Piacenza: “Dieci furono gli orsi rilasciati tra il 1999 e il 2002, e oggi se ne contano circa 100. Ma l'intento iniziale si è ribaltato e dalla protezione si sta passando all'uccisione”,

E in riferimento al progetto Life Ursus aggiunge: “Se il risultato di tanto sforzo è questo, tanto valeva che quello stanziamento di denaro pubblico fosse investito altrove”.

Secondo l'Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), occorre “andare a fondo nelle indagini e ricostruire quanto accaduto”.

Papi - prosegue l'associazione in una nota - "si sarebbe difeso con un bastone e questo potrebbe aver provocato la reazione dell'orso”.

Dura presa di posizione della Lega Anti Visezione (Lav): l'ordine di abbattere quattro orsi dal governatore trentino Fugatti sarebbe “una reazione priva di ogni fondamento logico e scientifico, mossa solamente da un senso di becera vendetta".

Sui social

Intanto sui social si moltiplicano i messaggi contro gli abbattimenti e a favore degli orsi.  "L'orso non passeggia in città, così l'uomo si cerchi un altro posto dove andare a correre”, scrive un utente. Un altro afferma: “Come mai accadono solo in Trentino? Anche in Abruzzo ci sono gli orsi, ma non accade nulla”. "Boicottiamo il Trentino: sicuramente nel voler uccidere tutti gli orsi c'è il motivo economico”, si legge ancora tra i commenti.