Orsi in Trentino, la Provincia: il progetto è fallito. "Abbattiamo cinquanta esemplari"

Il presidente Fugatti firma l’ordinanza per trovare attraverso test genetico il plantigrado della Val di Sole. "Cattura violenta? Non mi interessa, va preso. Troppi animali liberi, ridurremo la popolazione della metà"

Maurizio Fugatti, presidente della Provincia di Trento

Maurizio Fugatti, presidente della Provincia di Trento

Presidente, un evento tragico e imprevedibile?

"Io dico – risponde Maurizio Fugatti, alla guida della Provincia autonoma di Trento dal 2018 – che si è stretta troppo la corda e non siamo disposti a dare agli orsi una seconda prova e al dolore della famiglia di Andrea dobbiamo dare una risposta forte: abbattere chi lo ha ucciso senza se senza ma".

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Una decisione, quella contenuta nell’ordinanza, condivisa?

"Il sindaco di Caldes, Antonio Maini, il presidente della Comunità della Val di Sole, Lorenzo Cicolini, e l’ingegner Raffaele De Col, col parere favorevole dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, hanno accolto la mia proposta. La delibera viene dal volere del territorio, esausto per i danni degli orsi".

Cosa non ha funzionato nel rapporto degli animali col territorio?

"Il progetto Life Ursus, iniziato nel 1996 con la ripopolazione dell’orso, ha fallito i suoi obiettivi. Ci siamo occupati troppo del benessere degli animali senza pensare a quello dell’uomo, e ora abbiamo superato ogni limite".

Ma all’inizio sembrava tutto rose e fiori.

"All’inizio avevamo quattro plantigradi nel nostro territorio. L’ultimo censimento di qualche mese fa ne ha contati 100 e già sappiamo che da allora sono nati 30 cuccioli: il numero diventa insostenibile per la sicurezza".

Avete in mente chi possa essere stato il responsabile della tragedia?

"Ci sono tre orsi monitorati e considerati problematici: JJ4, MJ5 e M62. L’analisi del Dna ci dirà se è stato uno di questi soggetti a uccidere Andrea o se dobbiamo pensare a un quarto esemplare come colpevole".

Come sarà catturato l’orso assassino?

"La modalità della cattura non ci preoccupa, non ci frega nulla della salute dell’orso o di come lo prendiamo. Dobbiamo invertire il pensiero in nome della comunità: la gente del Trentino è più importante degli animali selvatici pericolosi che mettono a repentaglio la sicurezza degli abitanti e le attività economiche legate agli allevamenti".

Teme ripercussioni negative da questo episodio?

"Spero di no per il turismo. Il Trentino ha le sue eccellenze e voglio rassicurare tutti che la Provincia sta mettendo in campo le proprie capacità per fare convivere uomini e fauna, ma il progetto di ripopolamento non è più quello che avevamo pensato: ci sono troppi orsi".

La castrazione può funzionare?

"È un processo lungo, non si fa in un giorno".