Roma, 18 giugno 2025 - Nei giorni dell'escalation tra Israele e Iran si è tornati a parlare del sito nucleare di Fordow, uno dei più protetti e controversi della Repubblica Islamica. Situato vicino alla città santa di Qom, è costruito all'interno di una montagna, con cinque tunnel principali e un ampio perimetro di sicurezza. Secondo la Cnn, è qui che il regime degli ayatollah potrebbe assemblare la sua prima arma nucleare. Le sue sale principali si trovano tra gli 80 e i 90 metri di profondità, rendendolo praticamente immune a qualsiasi attacco aereo convenzionale.
A parlare per la prima volta dell'esistenza di Fordow nel 2009 non fu il governo di Teheran, bensì gli allora leader di Stati Uniti, Francia e Regno Unito, ovvero Barack Obama, Nicolas Sarkozy e Gordon Brown. Fu descritto fin da subito come incompatibile con un uso civile dell’energia nucleare. "La dimensione e la configurazione di questa struttura sono incompatibili con un programma pacifico", dichiarò Obama.

Secondo documenti sottratti dall’intelligence israeliana, il progetto di Fordow risale ai primi anni Duemila, come parte di un programma nucleare segreto, con l’obiettivo iniziale di produrre uranio altamente arricchito a scopo militare.
Oggi, Fordow ospita 2.700 centrifughe e ha raggiunto un livello di arricchimento dell’uranio al 60%, piuttosto vicino al 90% necessario per realizzare una bomba nucleare. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), l’unico Stato non in possesso di armi nucleari a produrre uranio a tale livello è proprio l’Iran, fatto definito "motivo di seria preoccupazione". Alcuni esperti ritengono che le scorte accumulate potrebbero essere convertite in materiale fissile per fino a nove testate nucleari nel giro di tre settimane.
Israele considera Fordow un obiettivo prioritario, ma difficile da colpire. Le uniche bombe conosciute capaci di raggiungere quella profondità sono le statunitensi Gbu-57, trasportabili solo da bombardieri B-2: mezzi di cui l'esercito di Tel Aviv è sprovvisto. In ogni caso, anche con tali armamenti, sarebbero necessari più colpi ripetuti nello stesso punto per penetrare le difese.
Secondo analisti militari, si potrebbe colpire la struttura in modo alternativo, a patto che l'obiettivo sia rallentare le sue attività e non la totale distruzione. In questo caso, si potrebbe puntare agli ingressi dei tunnel, e ai sistemi elettrici e di ventilazione.
Non è detto, tuttavia, che Fordow sia l'unica struttura del genere in Iran: potrebbero essercene delle altre, mai scoperte dalle forze di intelligence occidentali.
Uno dei motivi che sta spingendo Israele a colpire massicciamente l'Iran è proprio tentare di arrestare (o quantomeno rallentare) il loro programma nucleare. Sebbene al momento Teheran sia sprovvista di armamenti atomici, il regime ha più volte sottolineato la necessità di armarsi in tal senso per difendersi dai nemici, Tel Aviv e Washington in primis. La scorsa settimana, l'Aiea ha affermato ufficialmente per la prima volta da vent'anni che l'Iran non sta ottemperando ai suoi obblighi sul nucleare.