Venerdì 26 Aprile 2024

"Richiami a chi sciopera". Franchi condannata

Il giudice del lavoro sulla lunga vertenza tra l’azienda della stilista bolognese e le lavoratrici: "La condotta è antisindacale"

Migration

di Andrea Bonzi

Non si è ancora placata la bufera per le sue esternazioni su maternità e donne manager ("Assumo solo over 40, non mi posso permettere si assentino per fare figli", in sintesi) che Elisabetta Franchi torna a far parlare di sé per un problema legato (ancora) a diritti e lavoratrici. Questa volta, la sua azienda, Betty Blue, è stata condannata dal giudice del Tribunale di Bologna per comportamento anti-sindacale.

Nello specifico, l’impresa ha mandato lettere di richiamo a otto lavoratrici (tutte donne, quindi) che, durante una lunga vertenza nella quale era stata proclamato sciopero, si erano rifiutate di fare gli straordinari. La sentenza, firmata dal giudice Chiara Zompi, prende le mosse da un braccio di ferro tra Betty Blue e le dipendenti iniziato addirittura due anni fa, e arrivato all’ultima tappa l’otto aprile scorso.

Una sorta di ’muro contro muro’ in cui, da un lato, l’impresa chiedeva di lavorare più tempo fuori dal normale orario per coprire esigenze di picchi produttivi (fino a otto ore alla settimana in più); dall’altro la Filcams Cgil, che chiedeva invano l’apertura del confronto sul tema. Fatto sta che, in diverse occasioni – la prima a novembre 2021, la più recente nell’aprile scorso – l’azienda ha minacciato "opportuni provvedimenti disciplinari" verso chi non si presentasse al lavoro negli orari richiesti. La situazione precipita, si arriva allo sciopero e l’8 aprile il sindacato si rivolge al Tribunale del lavoro per difendere le 8 dipendenti.

La giudice riconosce, sì, la legittimità dell’azienda di Elisabetta Franchi di chiedere del lavoro straordinario entro il limite delle ore consentite dal contratto nazionale (250 all’anno), ma stanga Betty Blue per le sanzioni comminate (sebbene in realtà poi non eseguite) alle lavoratrici in sciopero, riconoscendone il carattere "intimidatorio".

Scrive la togata: "La reiterata elevazioni di contestazioni disciplinari a carico di un gruppo di lavoratrici che già avevano manifestato la loro volontà di aderire allo stato di agitazione, costituisce, di per sé, comportamento intimidatorio e finalizzato a scoraggiare l’adesione dei dipendenti allo sciopero dello straordinario, legittimamente proclamato. Si dichiara così l’antisindacalità della condotta".

Un’altra grana, insomma, per la Franchi che, dopo il vespaio suscitato dalle sue parole, aveva cercato di correggere il tiro ("Mi sono espressa in modo inappropriato"), confermando però il senso della sua riflessione. "Lavorare nel mondo della moda – aveva detto – richiede disponibilità, reperibilità, ritmi serrati, dedizione e spesso tutto ciò coincide con grandi rinunce riguardo alla propria sfera privata: a tutt’oggi le donne sono costrette a scegliere tra l’essere madri o l’essere lavoratrici".