Mercoledì 24 Aprile 2024

Riaprire gli stadi Ecco perché io vi dico di sì

Corrado

Piffanelli

Aprire al pubblico le manifestazioni sportive non è un fatto pericoloso: a dirlo non siamo noi, nè il Coni o la Federcalcio, ma il governo che, aprendo ormai da un mese gli ippodromi all’ingresso degli spettatori, ha di fatto riconosciuto il principio. La fase 3 insomma non ha spalancato solo le porte di cinema, teatri, palestre, piscine, centri benessere, stabilimenti balneari, centri termali e centri estivi per i bimbi: ha di fatto sdoganato anche alcune manifestazioni sportive, per cui viene naturale chiedersi perchè solo il calcio dovrebbe essere escluso da questa apertura di credito al senso di responsabilità dei cittadini. Se il governo ritiene che il tifoso sia incapace di gestirsi e quindi non meritevole degli stessi diritti di altri, può ammetterlo tranquillamente e a quel punto, in coerenza, lasciare gli stadi chiusi. Altrimenti non si vede il motivo per cui un impianto da 60 o 80 mila posti non possa essere gestito per ospitare qualche migliaio di tifosi, certamente mantenendo il distanziamento sociale, il controllo preventivo e tutte le precauzioni necessarie in questo delicato momento. Questo non solo per venire incontro alla richiesta della Lega Calcio e di quella che è una delle prime aziende del Paese per fatturato e numero di dipendenti (300 mila) ma anche per mettere lo sport e il calcio in particolare sullo stesso piano del resto della comunità non solo sul piano dei doveri (leggi tasse pagate) ma anche dei diritti.