Mercoledì 24 Aprile 2024

Regeni, stop al processo L’Egitto non collabora I genitori: ci pensi Draghi

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L’ennesima doccia fredda sulla strada della verità sulla morte di Giulio Regeni (foto), il ricercatore friulano, ucciso al Cairo nel 2016, è cristallizzata in una nota di alcune pagine inviata dal ministero della Giustizia al gup di Roma in occasione dell’udienza a carico dei quattro 007 egiziani e che aveva come oggetto il nodo relativo alle notifiche degli atti agli imputati. Il dicastero di via Arenula, rispondendo al giudice che nel gennaio scorso aveva chiesto al governo di verificare la possibilità di una "interlocuzione" con le autorità del Cairo, mette in fila tutti i "no" ricevuti dalle autorità cairote e in particolare il "rifiuto di collaborare nell’attività di notifica degli atti".

Gli egiziani non hanno dato alcun riscontro alla lettera inviata il 20 gennaio dalla ministra Marta Cartabia. Inoltre, il 15 marzo il direttore della cooperazione giudiziaria italiana si è recato ad un incontro in Egitto durante il quale gli è stato comunicato che il caso Regeni è chiuso. Una situazione di totale chiusura che ha portato il giudice a sospendere il procedimento e disporre un lungo rinvio, al prossimo 10 ottobre, e nuove ricerche. Delusi i genitori di Regeni, Claudio e Paola Deffendi: "Chiediamo che il presidente Draghi condividendo la nostra indignazione pretenda, senza se e senza ma, le elezioni di domicilio dei 4 imputati. Oggi è stata un’ennesima presa in giro".