Sabato 27 Aprile 2024

Mino Raiola, i giocatori come opere d'arte e quel soprannome dato da Mihajlovic

Il re dei procuratori era solito paragonare i suoi capolavori a quelli dei maestri della tela. E quando gli ricordavano del Pizzaiolo, rispondeva: "Cameriere, prego"

Mino Raiola con Zlatan Ibrahimovic (Ansa)

Mino Raiola con Zlatan Ibrahimovic (Ansa)

Milano, 30 aprile 2022 - Un paio di anni fa, quando Matthijs de Ligt faticava a replicare le magnificenze sprigionate con la maglia dei Lancieri più famosi al mondo, l'Ajax, il suo agente Mino Raiola lo paragonò a un quadro di Rembrandt. La passione del Pizzaiolo per l'arte era nota. Il soprannome si deve invece all'attività di famiglia (ma c'è un retroscena che sveliamo più avanti....) la pizzeria in cui le pizze non le faceva mica, ma le portava al tavolo in quella che, ripeteva Mino, è stata "la mia scuola di vita". E anche la tentazione irresistibile di paragonare i suoi capolavori a quelli dei maestri della tela, a un certo punto è divenuta una tradizione. E allora, Pogba era ribelle come un Basquiat, il suo cocco dei cocchi, Ibra, la Gioconda, Donnarumma un Modigliani e Mario Balotelli – ahi, Mario – in perenne procinto di diventare opera d'arte senza mai arrivare alla compiutezza.

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Ne ha elencati a decine, di quadri, tanti quanti sono stati i suoi colpi di mercato straordinari. Elenchiamo qualche nome, giusto per ricordare: Verratti, Manolas, Haaland, Romagnoli, Matuidi, Mkhitaryan, Kean, Scamacca giusto per citarne qualcuno. Eppoi i giovani rampanti come Luca Pellegrini. Oppure Justin Kluivert, Marcus Thuram, figli d'arte e di opere d'arte come Patrick Kluivert e Liliam Thuram. In passato, ha gestito l'affare Bergkamp all'Inter, lanciato Pavel Nedved dalla Lazio alla Juve. E il soprannome Pizzaiolo? Gliel'ho ha affibbiato Sinisa Mihajlovic. Il set fu un derby, la causa le scintille tra Sinisa e Ibra. Apriti cielo. Mino difende il suo figlioccio, Sinisa si intesisce e fa: "Cosa vuole il pizzaiolo?".

Da lì, sarà il nickname non si sa quanto gradito, dell'intera carriera, condito certamente dall'invidia per un uomo che ha trasformato il potere d'acquisto di un calciatore in prospettiva dominante nel mondo del calcio. Lui, quando gli ricordavano del Pizzaiolo rispondeva: "Cameriere, prego", perchè ricordare i sacrifici dei tempi n cui lavava piatti e sparecchiava tavoli gli serviva per essere più incisivo. E poi Aggressivo. Anche troppo. Di Sepp Blatter, l'ex imperatore della Fifa diceva: "E' un dittatore demente". Al Guardiola che si disfa di Ibra al Barcellona sibila: "A chi manda via Ibra un anno dopo averlo pagato 75 milioni, consiglio il ricovero in un ospedale psichiatrico".

Nell'autobiografia di Ibra, Zlatan racconta l'incontro con Raiola, il primo. Mino gli dice: "Ti credi figo, eh? Credi di potermi impressionare con il tuo orologio e la tua Porsche, ma non è così. Io trovo che siano cazzate. Vuoi diventare il migliore del mondo, oppure quello che guadagna di più?". Ibra rispose alla Ibra: il migliore. E Raiola: "Allora bene, perché se diventi il migliore del mondo poi arriverà tutto il resto, ma se insegui solo il denaro allora non otterrai mai niente, capisci? Dovrai vendere tutte le tue macchine, tutti i tuoi orologi e cominciare ad allenarti tre volte più duramente, perché adesso la tua statistica fa schifo".

Lo aveva incontrato per la prima volta in un ristorante e arrivò "in jeans e t-shirt e la pancia enorme, sembrava uno della famiglia Soprano. Chi diavolo è questo qui? Dovrebbe essere un agente quella specie di gnomo ciccione? E quando ordinammo cosa credete? Che arrivò un piattino di sushi con avocado e gamberetti? No, arrivò una valanga di roba, cibo per cinque, e la divorò come un dannato". Da lì i due sono diventati inseparabili. E Ibra, manco a dirlo, il numero uno. Come lo è stato Mino Raiola da Nocera Inferiore – in realtà lì ci è nato prima di trasferirsi in Olanda, ad Haarlem, all'età di un anno – il più potente procuratore della storia del pallone che parlava sette lingue e s'era comprato la villa di Al Capone a Miami. Perchè? Qualcuno parlò di ego smisurato, altri che Alphonse Gabriel "Al" Capone, fosse un suo lontano parente. Mino non rivelò mai il perchè di quell'acquisto da 8 milioni di dollari. E, purtroppo, mai lo farà.