Venerdì 19 Aprile 2024

Quelle coltellate in campo Seles non fu più la stessa Ora l’aggressore è morto

Quelle coltellate in campo  Seles non fu più la stessa  Ora l’aggressore è morto

Quelle coltellate in campo Seles non fu più la stessa Ora l’aggressore è morto

di Riccardo Jannello

Trent’anni fa tra pochi giorni (il 30 aprile) il mondo del tennis visse una delle sue giornate più drammatiche: quella che poteva diventare la più forte giocatrice di tutti i tempi, e che a neppure venti anni aveva già vinto otto tornei dello Slam – e tre Wta Championships –, venne accoltellata durante una partita dei quarti di finale del torneo di Amburgo. Si salvò per istinto e miracolo, ma da allora non fu più lei. Monica Seles – classe 1973, serba di nascita, americana e ungherese di cittadinanza – torna sulle prime pagine perché la Bild ha scoperto che l’autore di quel gesto folle è morto senza fare notizia nell’agosto scorso a 68 anni in una casa di cura a Nordhausen, in Turingia, abbandonato dalla famiglia.

Il suo nome era Guenter Parche. Aveva una motivazione (oltre a soffrire di problemi psichiatrici): era un accanito tifoso della più grande rivale di Monica, la connazionale Steffi Graf (più vecchia di quattro anni e attuale signora Agassi), giocatrice senza un sorriso, ma con una forza nei colpi incredibile. E voleva punire l’unica avversaria che potesse distruggerne il mito e che le aveva appena tolto la prima posizione nella classifica mondiale. La Seles stava affrontando Magdalena Maleeva, discreta giocatrice bulgara; al cambio campo Guenter si avvicinò impugnando un coltello con una lama di 23 centimetri. Monica si accorse del pericolo e si alzò di scatto e così il colpo la penetrò solo per due centimetri evitando lesioni fatali. Ma lo choc fu grande. Parche venne fermato e processato. "Volevo ferire la Seles per non farla giocare per un bel po’ – disse – e poi la odio perché è serba". Condannato a due anni per aggressione, ha fatto sei mesi di carcere poi è passato per vari reparti di psichiatria.

Monica Seles soffrì maledettamente nella sua testa quell’episodio. Il 1993 lo aveva iniziato vincendo i suoi terzi, consecutivi, Australian Open proprio contro Steffi Graf. Sarebbe stata la favorita anche al Roland Garros, vinto già tre volte, e a New York, due, e sperava di sbloccarsi a Wimbledon dove l’anno prima a fermarla era stata proprio la Graf. Quella volta ci ha pensato Gunter: Monica per due anni non ha toccato racchetta ma superando i suoi fantasmi tornò in campo fra paure, depressione e bulimia. Vinse un altro Slam, il quarto in Australia nel 1996, poi due sconfitte agli Us Open con Steffi e una a Parigi con Arantxa Sanchez Vicario. Alzò tre Fed Cup con gli Usa, ma senza gioire e inanellò infortuni: nel 2003 una lunga sosta, nel 2008 il ritiro dopo 53 tornei in bacheca.