Sabato 27 Aprile 2024

Quell’alleanza che rischia di non nascere

Lorenzo

Castellani

Sono anni che nella politica e sui media italiani si specula sul centro moderato e liberali in contrapposizione a destra e sinistra. Quel centro, tanto importante sul piano parlamentare negli ultimi tre anni, rischia di non vedere la luce sul piano elettorale alle prossime elezioni. Carlo Calenda, leader del più importante partito centrista, sembra orientato a scegliere un’alleanza con il Partito democratico. Potrebbero seguirlo altri come Di Maio e i naufraghi del berlusconismo. Viene da domandarsi come queste personalità possano conciliare le proprie aspirazioni riformatrici e liberali con una coalizione che include non soltanto il Pd, ma anche i partiti della sinistra che perseguono politiche sociali e stataliste. Un centro politico autonomo dai due poli oggi non esiste. Rimane per ora fuori Renzi, il più titubante nel perseguire l’alleanza a sinistra, che però sembra poter raccogliere poco sul piano del consenso anche nel caso di avventura solitaria. L’idea di un centro politico capace di promuovere una politica di sviluppo industriale e liberalizzazione economica, affrancandosi dagli interessi corporativi di destra e sinistra, era suggestiva, tuttavia per motivi afferenti non soltanto alla legge elettorale ma anche al coraggio politico dei leader centristi non sarà quasi certamente realizzabile. Non vedrà la luce un’iniziativa che avrebbe potuto guardare agli elettori della destra oltre che a quelli della sinistra come è stato per Macron in Francia. Sembra preferirsi la tattica, dunque, alla strategia: meglio qualche manipolo di parlamentari in più subito rispetto alla creazione di un’area politica autonoma nel lungo periodo. Si poteva tentare dunque una strada diversa, superare lo sbarramento proporzionale e garantire un senso politico al centro, alternativo a destra e sinistra. Oggi quella costruzione di significato e di credibilità degli aspiranti centristi è molto meno forte.