Mercoledì 24 Aprile 2024

Quegli oligarchi sul lago di Como Incendi e offese, le ville nel mirino

Aumentano gli episodi di intolleranza contro i paperoni russi. Colpita la dimora di un presentatore tv filo Putin

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di Roberto Canali

e Paola Pioppi

(Como)

La piscina sulla riva del Lago di Como rossa come il sangue dei morti sotto le bombe in Ucraina. La scritta "killer", a caratteri cubitali, sull’ingresso di una delle sue ville sui pendii del Lago di Como, schizzi di vernice rossa anche sulla parete. E poi il tentativo di incendiare un’altra dimora, a poca distanza. Nel mirino sempre Vladimir Solovyev, una delle principali voci della propaganda russa, volto celebre della tv di Stato di Mosca e personalmente vicino a Putin, che da tempo ha preso la residenza sul Lario. Qui ha acquistato tre proprietà, del valore di circa otto milioni di euro, beni che un mese fa sono stati congelati dalla magistratura.

All’alba di martedì i due attacchi che hanno danneggiato due delle tre abitazioni dell’anchorman che ogni giorno appare sugli schermi per definire la strage di Bucha, appena scoperta, come una "invenzione occidentale". Il primo episodio nella frazione Loveno di Menaggio. Un paio di persone sono entrate nell’edificio in fase di restauro, piazzando e incendiando con linquido infiammabile alcuni pneumatici. I vicini hanno chiamato i vigili del fuoco e l’incendio è stato spento senza danni. Nel frattempo a Pianello del Lario, il custode della seconda dimora scopriva l’incursione con la vernice rossa. "Solovyev killer" e "no war", le scritte sui pilastri del cancello. Poi il blitz su muri e piscina. Chi siano gli autori, ancora non è chiaro. Ma è il segno tangibile della tensione che circonda l’immagine di certi potenti russi: in questi ultimi mesi altri episodi, come il manifesto appeso al cancello della casa della madre dello stesso Solovyev, sempre sul Lario, con una foto del giornalista barrato da una croce.

I carabinieri hanno mobilitato il Ros e il prefetto ha fatto aumentare la sorveglianza. E pensare che i comaschi hanno sempre convissuto serenamente con i ricchi amanti del lago. "Cose del genere dispiacciono per la nostra comunità", dice il sindaco di Menaggio, Michele Spaggiari.

Del resto sono tanti i magnati moscoviti che hanno sognato di essere vicini di casa di George Clooney, quasi a inseguire quel sogno occidentale tanto avversato dalla propaganda. Solovyev, il mezzobusto simbolo di Rossija 1, il canale principale della tv di Stato, è solo uno di loro. E non il più vicino al divo di Hollywood, visti i venti chilometri di distanza da Laglio dove invece ormai quindici anni fa aveva trovato casa Igor Kogan, il ’banchiere di Putin’ che acquistò (si disse staccando un assegno di oltre una trentina di milioni), Villa La Punta, la “gemella“ di Villa Oleandra di proprietà della star. Non contento. Kogan negli anni successivi investì altre decine di milioni per creare una grande Spa completa di una piscina olimpionica privata e statue di marmo, un po’ pacchiane in verità, che gli valsero più di un grattacapo con la Soprintendenza. Forse anche per questo qualche anno fa la magione finì in vendita per una cinquantina di milioni.

Sul Lario comprò casa anche Arkay Novikov, ricchissimo proprietario della catena di ristoranti di lusso Navikov restaurant che nel 2008 ha acquistato, si disse per oltre 38 milioni di euro, Villa Fontanelle a Moltrasio, la dimora che appartenne a Gianni Versace e dove passava le vacanze Madonna. Tra gli estimatori del Lago di Como anche Mikhail Kusnirovich, il proprietario del brand sportivo ’Bosco dei ciliegi’ che da anni confeziona le divise per gli atleti russi ed è proprietario di oltre un centinaio di negozi monomarca, oltre che dei grandi magazzini Gum sulla piazza Rossa. Kusnirovich da anni è proprietario di Villa Saibene a Ossuccio. Parla russo anche Villa Balbiano, in Tremezzina, scelta da Ridley Scott per girare alcune delle scene più iconiche di ’The house of Gucci’ con Lady Gaga e anche da Elettra Lamborghini per le sue nozze, la proprietà dell’immobile che viene affittato per non meno di 30mila euro al giorno è della ricca ereditiera moscovita Kamilla Dzhanashiya. L’acquistò nel 2011 dal re della seta, Michele Canepa, per 38 milioni di euro, ’scippandola’ niente meno che a Silvio Berlusconi.