Venerdì 26 Aprile 2024

Prova a uccidersi a 14 anni: salvata "Spinta da un video su YouTube"

Provvidenziale l’intervento dei genitori. Denunciato un 30enne vicentino molto attivo sul social network . Nei filmati in Rete veniva spiegato come togliersi la vita. Il materiale è ora al vaglio della Polizia postale

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di Filippo Donati

Ennesima trappola sul web: a rischiare la vita è stato di nuovo qualcuno che aveva appena cominciato a vivere. Ha soltanto 14 anni la ragazzina ravennate che, secondo gli investigatori, è stata istigata al suicidio da un video in cui si è imbattuta in Rete. Il tentativo, attuato in modo particolarmente violento, fanno sapere gli investigatori, fortunatamente non è riuscito. La giovanissima è fuori pericolo. Le sue condizioni non destano preoccupazione dal punto di vista dei parametri vitali. A dover invece essere monitorate sono le ferite, ben più profonde, che solcano la sua interiorità, per le quali è bene che al suo fianco continuino ad esserci degli specialisti.

A rivolgersi alla Polizia sono stati i genitori, sconvolti per l’accaduto: l’ipotesi che ha preso corpo, sulla quale gli inquirenti per riservatezza preferiscono glissare, è che siano stati proprio i genitori a trovare il corpo della giovane, nel quale pulsava ancora la vita. Familiari e forze dell’ordine non ci hanno messo molto a capire che l’istigazione arrivava da Youtube, ma che sul popolare social network la giovanissima aveva trovato anche una sorta di istruzioni su come mettere in pratica il gesto che poteva costarle la vita. Nel mirino della Polizia postale è finito un 30enne youtuber vicentino: "In un video spiegava, con un fare apparentemente burlesco, come mettere in atto un’impiccagione", spiega la dirigente della Polizia postale Alessandra Belardini. Per lui è scattata la denuncia per istigazione al suicidio: il suo canale è stato oscurato e vari materiali sono stati sequestrati. La ragazzina e il 30enne veneto non si conoscevano personalmente: "Lo youtuber non intendeva dunque colpire una vittima in particolare", prosegue Belardini, ma la sua posizione rimane estremamente delicata. Il video in questione pare non fosse l’unico con contenuti di quel tipo: la Sezione operativa per la Sicurezza cibernetica della Polizia postale di Ravenna e Bologna lo ha identificato e denunciato "In quanto ritenuto responsabile di aver caricato su una piattaforma social alcuni video incitanti a pratiche suicidarie". Le indagini chiariranno fino a che punto il suo gesto fosse ascrivibile a una clamorosa superficialità, o se invece la pubblicazione di quel materiale sia stata motivata da istinti più mostruosi. Il ripetersi sul territorio italiano di fenomeni di questo genere dovrebbe invitare youtuber e colleghi alla prudenza, ma a quanto pare non sempre è così: nel recente passato si sono registrati infatti i casi delle prove di resistenza promosse su Tiktok che hanno causato la morte di una bambina siciliana di 10 anni, per arrivare alla vicenda dei due 18enni romani entrambi suicidatisi in hotel a mesi di distanza, che ha permesso di scoprire l’esistenza di una realtà del mondo del dark web dedita proprio a incitare al più estremo dei gesti, fino poi al celebre caso del 24enne forlivese che si è tolto la vita dopo aver scoperto che la donna con cui aveva intrapreso una relazione online non era in realtà chi diceva di essere.

Senza dimenticare Tiziana Cantone e le altre vittime di revenge porn. Bersagli regolarmente giovani, nativi digitali che paradossalmente finiscono in trappole tese da persone spesso anagraficamente più mature: "ciò che viene pubblicato online può essere intercettato da chi non ha la consapevolezza delle conseguenze di ciò che emula. L’avere dei seguaci, talvolta un vero e proprio pubblico, fa sì che gli youtuber e gli altri autori di contenuti social ignorino le potenziali conseguenze dei materiali che caricano in rete".