Venerdì 26 Aprile 2024

Se la politica scorda la realtà

Peccato non sia un mezzo alla portata di tutti, altrimenti la soluzione sarebbe semplice: elicottero. Problema superato. Niente ingorghi, attese infinite, cantieri da dribblare come le cronache raccontano. Un’iperbole per denunciare quanto l’Emilia-Romagna e le Marche abbiano ancora da fare sul tema delle infrastrutture, nonostante Bologna sia il cervelletto del traffico d’Italia, regolandone movimenti, equilibrio, oserei dire anche l’organizzazione. Un’iperbole per denunciare anche quanto tempo sia stato perso; e qui la colpa è della volubilità della politica, più che dello spoil system. Pensate che alla fine degli anni Settanta fu presentato a Pci, Democrazia Cristiana e Socialisti uno studio che ripensava il traffico di Bologna e d’Italia poggiando su due pilastri: l’introduzione della metropolitana per il centro e un allontanamento del traffico dalla città (con il Passante Nord nella Bassa o un tunnel Sud ‘forando’ la collina). Bene, sono passati quasi cinquant’anni e nulla è stato fatto. Anzi, qualcosa sì: è stato bocciato il metrò. E bocciato (dall’allora sindaco Virginio Merola) il Passante Nord già finanziato. Risultato? Avremo un passantino che allarga solo in parte l’attuale tracciato di tangenziale e autostrada a Bologna. Non riusciamo a esultare. Chiunque si sia mosso tra A1, A13 e A14 sa che il problema principale è nel tratto urbano bolognese e in quello fino a Imola dove, da 40 anni, si parla di quarta corsia. Il 2023 sarà l’anno dei cantieri e nelle stanze della politica si guarda a una convention con Autostrade per sbloccare il tutto in tempi rapidi. Il ministro Giovannini, nelle Marche, ha parlato di una nuova proposta ferroviaria adriatica. Aspetteremo ancora fiduciosi, tanto è passato mezzo secolo. Ma è evidente che ci siano due velocità. Da una parte la politica. Dall’altra i pendolari, gli autotrasportatori, gli imprenditori. E per velocità pensiamo alla visione, non al consenso. Pare un tema ‘basso’, invece è quello più alto.