Giovedì 25 Aprile 2024

Portano cibo e coperte ai senzatetto Ma non si può: volontari identificati

Roma, il caso alla stazione Termini. La denuncia di Lapo Elkann: "In un momento così serve più solidarietà"

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di Giovanni Rossi

Uno scandalo. Uno dei tanti ai quali l’Italia impoverita si sta abituando. Secondo le stime, nella Capitale ci sarebbero ventimila senza fissa dimora – cifra impressionante se confermata – e solo duemilaseicento posti letto per l’emergenza sociale – numero che invece non accenna a salire. Aiutare chi è privo di tutto sarebbe il minimo. Invece a Roma i carabinieri fermano e identificano i volontari che portano cibo, vestiti e coperte ai clochard che gravitano tra la stazione Termini e le strade limitrofe. Un pasticcio in piena regola, in cui le disposizioni anti-Covid che limitano gli assembramenti e prevedono distribuzioni di cibo solo all’esterno dello scalo appaiono in realtà piegate a esigenze di decoro della stazione e dei suoi spazi commerciali.

L’ultimo caso giovedì, immortalato dalla telecamere di Ansa e Tgr Lazio. Quattro volontari della Casa Famiglia Lodovico Pavoni di Torpignattara sono chiamati a esibire i documenti mentre stanno distribuendo acqua, cibo e coperte ai senzatetto seduti nel corridoio vicino alla biglietteria. "Pensavamo fosse un’esagerazione la notizia che avevano iniziato a impedire la distribuzione", racconta Mauro Terzoni, uno dei volontari fermati. Tanto più che la vigilanza privata di Grandi Stazioni non aveva frapposto ostacoli all’ingresso. Ecco invece la pattuglia dell’Arma, la richiesta di documenti e l’intimazione a non distribuire cibo ai senzatetto all’interno della stazione. "Dicono che sporcano – non si capacita il volontario esasperato dall’identificazione –. Ma con milioni di persone in transito, il problema sono le quattro persone che stanno lì dentro?"

Già nelle scorse settimane, un profluvio di denunce. Associazioni e persino Vip. Il 21 gennaio Lapo Elkann twitta: "Ieri sera alle 21 un amico era a Termini a distribuire cibo ai poveri. Cacciato mentre dava da mangiare ad una signora italiana. In un periodo così difficile servirebbe più solidarietà e non meno. Non rimaniamo indifferenti".

Il 1° febbraio, montando la rabbia del terzo settore, l’Esercito è costretto a negare qualsiasi azione di contrasto al volontariato in stazione ad opera dei militari del dispositivo ’Strade sicure’. Il 2 febbraio un’interrogazione parlamentare firmata da Elena Fattori, Paula Nugnes e dall’ex capitano di Marina Gregorio De Falco chiede ai ministri dei Trasporti e della Difesa di modificare il paradigma attuale, in base al quale non solo lo Stato non incoraggia l’inclusione sociale ma addirittura ostacola la distribuzione dei pasti ai clochard. "Noi non molliamo, non possiamo abbandonare quelle persone. Giovedì torneremo", fanno sapere dalla Casa Famiglia Lodovico Pavoni, due pullmini settimanali stipati di ogni genere di conforto destinati ai senzatetto: incluso chi cerca riparo dentro la stazione non certo per vezzo, ma perché lì si sente più sicuro rispetto alle buie e più gelide strade esterne.

La contrapposizione tra Grandi Stazioni Rail e persone senza fissa dimora è ben nota ai volontari: "Prima hanno iniziato coi dissuasori, poi hanno iniziato a bagnare il pavimento di fronte all’entrata in piazza dei Cinquecento. E quando le persone si spostavano lato inferriate, hanno iniziato a bagnare anche là". Risultato: "Coperte bagnate" per chi deve passare la notte al freddo. Racconta Stefania di Akkittate: "Dentro è proibito dare da mangiare ma noi ci proviamo lo stesso". "I clochard? Sempre esistiti – racconta Francesco Conte di Termini TV –. La realtà è che la stazione è ormai un centro commerciale in cui chi è senza soldi non può entrare".

"Siamo da sempre attenti alle esigenze dei più deboli – reagisce Annamaria Morrone, responsabile settore sociale FS group –. Abbiamo 18 help center nelle stazioni italiane, abbiamo fatto tantissimi interventi, 473 mila nel 2020 anche in pandemia". Ad esempio, l’ostello e la mensa della Caritas a Termini operano in locali di Fs concessi in comodato d’uso gratuito. "Quindi il nostro scopo è quello di aiutare le persone più deboli e disagiate ma nel rispetto delle regole e di una situazione gestibile di tranquillità", è l’autodifesa. Ma chi aiuta i senzatetto ragiona diversamente: prima vengono le persone, poi tutto il resto.