Venerdì 26 Aprile 2024

Polveriera Ucraina, Biden cerca Putin: vediamoci

Il presidente americano vuole allentare la tensione sulla questione Crimea. E propone al russo un vertice a due (forse a Roma)

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di Giampaolo Pioli

I rischi di scontro in Ucraina crescono. La Nato è in allarme. Mosca e Kiev usano toni di guerra e stanno ammassando truppe al confine est. C’è bisogno di un summit fra Usa e Russia ma nessuno vuole convocarlo per non dare segnali di debolezza. Joe Biden però ieri ha alzato il telefono e chiamato il presidente Putin per invitarlo ad "allentare la tensione". Il presidente Usa, anticipando di poche ore il segretario generale della Nato Stoltenberg ribadisce "l’incrollabile impegno Usa verso la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina". E il leader Nato di fianco al ministro degli esteri ucraino da Bruxelles rafforza: "Noi siamo con Kiev, non riconosceremo mai l’annessione della Crimea da parte di Mosca".

Biden vuol lanciare un segnale concreto a Putin e si dice "pronto a incontrarlo nei prossimi mesi in un paese terzo" proprio per affrontare, per la prima volta faccia a faccia, i temi roventi che dividono le due superpotenze. I più ottimisti sono inclini a vedere proprio in Italia, che il 30 ottobre ospiterà il G20 a Roma, il terreno propizio per questi importanti confronti bilaterali, soprattutto se il summit si potrà fare in presenza. C’è chi suggerisce di attirare nella capitale italiana insieme agli altri capi di stato, il presidente cinese Xi Jinping che da Pechino continua a lanciare avvertimenti sempre più minacciosi alla Casa Bianca, affinché "non scherzi col fuoco" nell’intensificazione dei rapporti ufficiali con Taiwan in disprezzo delle faticose intese cinesi-americane sul rispetto e il riconoscimento di "una sola Cina". Per Xi Jinping "Taipei riguarda la sovranità territoriale cinese e non ci sono spazi per compromessi".

Ma Biden vuole affrontare i dossier caldi uno alla volta. E sebbene Pechino abbia mandato 25 aerei da guerra anche ieri a sorvolare in modo intimidatorio i cieli di Taiwan, per Washington rimane adesso l’Ucraina l’agenda più a rischio e più strategica, perché coinvolge anche l’Europa.

I toni fra Mosca e Washington rimangono per ora spigolosi ma si intravedono spiragli. Il ministro degli esteri ucraino ieri a Bruxelles, dove è in arrivo anche Blinken, è andato a chiedere un’accelerazione "nel riconoscimento di Kiev come nuovo partner dell’alleanza Atlantica". La mossa preoccupa il Cremlino perché legittimerebbe l’eventuale invio di future truppe Nato e armamenti dell’Alleanza a salvaguardia dei confini minacciati e fragili di Kiev .

Mosca punta a mettere sul tavolo di Biden, quando s’incontrerà con Putin in un paese terzo, l’intera scacchiera che include l’Iran, l’Afghanistan, il Medio Oriente, la Siria, la Libia, ma anche la stabilità strategica e il cambiamento climatico globale, senza ignorare la complessa gestione dei vaccini a livello planetario diventati ormai , una forma di pressione e controllo geopolitico.

"Il presidente Biden – dice il Cremlino commentando la telefonata con Putin – ha espresso interesse a normalizzare lo stato delle nostre relazioni bilaterale per creare un’interazione stabile, e noi siamo pronti al dialogo per la sicurezza globale".

In altre parole, l’agenda sarebbe già piena. Manca solo la data e il luogo per il summit del disgelo e del reset.