Venerdì 26 Aprile 2024

Poche donne al lavoro a Bruxelles. Il ministro: colpa del modello italiano

Le dichiarazioni choc in un’intervista tv. "Nella visione mediterranea la moglie sta a casa con i figli". L’affondo di Salvini: "È un ignorante della maggioranza di sinistra, ora chieda scusa e si dimetta".

Bernard Clerfayt, ministro regionale in Belgio

Bernard Clerfayt, ministro regionale in Belgio

È colpa nostra. Delle italiane, delle marocchine, delle turche. Delle donne mediterranee insomma, adagiate su un modello di famiglia in cui l’uomo lavora e la donna resta a casa a occuparsi dei figli. Se il tasso di occupazione femminile a Bruxelles rispetto al resto del Belgio è troppo basso, il ministro della Regione Bernard Clerfayt sa contro chi puntare il dito: la mentalità italiana, la nostra. Che per contagio è dilagata.

Non è chiaro che razza di immagine abbia preso forma nella sua testa. Ma da Milano in giù saranno in tante a pensare: faccia un salto da noi, provi a sfidarci nella gara quotidiana di salti mortali, oltretutto come da statistica sottopagate, sempre in bilico. Anche le marocchine e le turche avranno da ridire, ma è il nostro orgoglio a dovere essere difeso. La gaffe nell’intervista alla tv Ln24 ha scatenato l’ira dei Verdi, dei Socialisti e una pioggia di critiche sui social. Ha protestato via Twitter Zakia Khattabi, ministro federale per il Clima di origine marocchine: "Davvero, da dove cominciare? Qual è il modello mediterraneo? E soprattutto, chiudere gli occhi di fronte a ragioni strutturali oggettive è sconcertante".

Ha incalzato il segretario di Stato della regione di Bruxelles, membro dei verdi, Barbara Trachte: "Caro Bernard Clerfayt, anche in questo caso ci sono oggettivamente e strutturalmente più ostacoli all’occupazione delle donne, soprattutto di origine straniera. È su questo che dobbiamo lavorare, invece di ripetere gli stereotipi".

I tedeschi sono puntuali, i russi bevono, gli spagnoli pensano solo a fare festa e gli italiani credono nella santa trinità pizza, pasta e caffè, mentre le loro donne si passano lo smalto sulle unghie dei piedi alle undici del mattino. In un comunicato la federazione del partito socialista di Bruxelles ha ricordato che "nella capitale più di una famiglia su tre è composta da un solo genitore, l’86% dei quali sono donne, che i salari dei lavori poco qualificati sono indecenti e non coprono tutti i costi della cura dei bambini. E che il tasso di copertura degli asili nido è solo del 30%". Non può finire qui, ma come si permette. Clerfayt milita nel Fronte democratico francofono (ispirazione liberale) e dal 2001 è il sindaco di Schaerbeek, un comune di Bruxelles ad altissima concentrazione di migranti.

Le sue parole in poche ore hanno fatto il giro del web e dei siti dei media locali, attirando l’attenzione anche del governo federale belga e di quello italiano: "Le donne non lavorano? Colpa del modello mediterraneo di italiane e maghrebine – ha twittato Salvini –. Ministro belga di una maggioranza di sinistra: chieda scusa e si dimetta". Clerfayt lui ha ritrattato? Per niente. Rispondendo a uno dei tanti utenti che lo hanno messo nel mirino, ha rilanciato: "Ho sempre combattuto le disuguaglianze dando un nome alle cose. Descrivere un fatto non significa stigmatizzarlo, lavoro ogni giorno per promuovere l’occupazione di tutte le donne a Bruxelles".