di Claudia Marin Sarà la vera manovra di guerra del governo Draghi. Chi lavora al maxi-decreto per fronteggiare l’impennata dei prezzi di energia, carburanti, materie prime e materiali per le costruzioni, ma anche il rischio di rimanere a secco per il possibile embargo al gas russo, lo definisce senza mezzi termini come il pacchetto più corposo dai tempi della pandemia: da qui lo slittamento a lunedì del suo varo. Da qui la ricerca spasmodica di nuovi fondi per arrivare a un decreto da 8-10 miliardi di euro (anche se Lega e Pd spingono per l’extra-deficit fino a 15 miliardi) da destinare a nuovi interventi per famiglie e imprese: dalla proroga a fine giugno del taglio delle accise su benzina e diesel, alla sforbiciata di circa 30 centesimi sul prezzo di vendita del metano, dalla revisione dei prezzi per gli appalti al prolungamento oltre il 30 giugno del termine per accedere al superbonus per le villette, dallo slittamento delle garanzie per la liquidità delle imprese alle semplificazioni per le rinnovabili e la riattivazione degli impianti a carbone. MENO ACCISE E PIÙ CREDITI DI IMPOSTA Fino al 30 giugno sarà confermato lo sconto da 25 centesimi (con l’Iva si riduce di 30,5 centesimi) al litro per i costi di benzina e gasolio. Un’altra novità è l’aumento percentuale del credito d’imposta contro il caro energia per le imprese energivore e gasivore: potrebbe salire dal 20 al 25 per cento. Per le gasivore si studia la possibilità di coprire anche il primo trimestre 2022, con effetto retroattivo rispetto alle norme attuali. Per le famiglie dovrebbe essere prorogato il bonus sociale che taglia i costi delle bollette per chi abbia fino a 12mila euro di Isee. Per le imprese verranno allungati i fondi di garanzia della liquidità, grazie al temporary framework, la deroga agli aiuti ...
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