Venerdì 26 Aprile 2024

"Perché quel revolver era carico?" Baldwin e il mistero dello sparo fatale

Durante le riprese di un film western, la star ha ucciso la direttrice della fotografia e ferito il regista

Migration

di Giampaolo Pioli

Per ora non ci sono arresti e nessuno ha sporto denuncia. Ma sul set di Rust in New Mexico nel Bobanza Creek Ranch, usato molto spesso per girare film western, c’è una direttrice della fotografia morta – Halyna Hutchins di 42 anni – e il regista Joel Souza, 48 anni, ferito. Il colpo mortale è partito dal revolver dell’attore protagonista Alec Baldwin, 63 anni (anche co-produttore della pellicola). Davanti alla macchina da presa, Baldwin interpreta il fuorilegge Harland Rust mentre corre in aiuto del nipote di 13 anni condannato all’impiccagione per l’omicidio involontario di un abitante di una fattoria. La tragedia che Baldwin ha definito "un devastante incidente…" è avvenuta mentre la Hutchins era dietro la macchina da presa e stava girando proprio la scena di una sparatoria. Sarebbe stata colpita in pieno e da distanza ravvicinata, lo stesso proiettile avrebbe poi centrato il regista. Le riprese sono subito state bloccate.

Lo sceriffo della contea ha iniziato a interrogare tutti i testimoni sul set a partire da Baldwin che si è presentato spontaneamente e in lacrime nei suoi uffici. "Perché mi avete dato una pistola carica?", ha gridato subito. "Non ci sono parole per descrivere il mio choc e la mia tristezza per il tragico incidente – ha detto attraverso i social –. Sto cooperando con le indagini della polizia e sono in contatto con il marito della Hutchins che è a casa col loro stupendo bambino…". In quella che appare una tragedia accidentale, i punti da chiarire sono però diversi. Baldwin ha parlato a lungo con gli investigatori e lo sceriffo di Santa Fe dovendo precisare dove si trovava esattamente quando è partito lo sparo, e in che modo era stata caricata la pistola dell’omicidio. "Gli investigatori stanno cercando di scoprire che tipo di proiettile è stato usato e in che modo è stato caricato….", spiegano gli investigatori. Sui set in genere si parla di "armi calde" e "armi fredde" a seconda se vi sia o meno il proiettile in canna, oppure solo polvere, chiarisce uno dei primi comunicati ufficiali dell’ufficio dello sceriffo. Si specula su un proiettile finto e su polvere da sparo vera per consegnare alle riprese un’immagine più realistica. Anche l’autopsia su Halyna Hutchins potrebbe aiutare a chiarire molti aspetti di quello che a tratti assume i connotati di un giallo. Alcune fonti sostengono che potrebbe essere stato lo stesso Baldwin a caricare la pistola che ha sparato, ma generalmente sono specialisti contrattualizzati dalle case di produzione che affidano a loro tutta la responsabilità nell’uso delle armi da usare durante le riprese-per la scena. Il sindacato del cinema Iatse Local 44 ieri ha inviato una mail agli attori confermando che "c’era un proiettile vero nell’arma".

Mike Tristano, uno dei consulenti di armi tra i più utilizzati sui set hollywoodiani, ricorda che gli specialisti spiegano agli attori che ci sono distanze minime da rispettare, da 6 a 15 piedi (da 1,8 a 4,5 metri) prima di alzare l’arma anche se è caricata a salve e che non va mai puntata direttamente verso qualcuno. Questo evidentemente durante la scena della sparatoria nel Bonanza Creek Ranch non è successo, ma qualcuno potrebbe aver commesso anche qualche errore nel caricamento dell’arma che si è rivelata mortale. "Il mio cuore è spezzato per il marito – continuava a ripetere Baldwin – per il loro bambino e per tutti coloro che amavano Halyna". L’uccisione della Hutchins ha riportato alla memoria un’altra tragedia avvenuta sul set quando nel 1993 un’altra arma caricata a salve, con un proiettile vero, uccise Brandon Lee, il figlio ventottenne di Bruce Lee durante le riprese de ’Il corvo’.