Giovedì 25 Aprile 2024

"Per insegnare bisognava pagare" Arrestato il provveditore agli studi

Dirigente ai domiciliari. È sospettato di aver spinto i presidi a pilotare le chiamate dirette dei docenti. L’accusa: "Faceva versare parte degli stipendi a un’associazione culturare a lui riconducibile"

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di Michele Pusterla

È accusato di concussione, induzione indebita, peculato e turbativa d’asta Fabio Molinari, dal gennaio 2018 dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, arrestato ieri mattina mentre si trovava negli uffici dell’Ust in via Donegani nel capoluogo valtellinese e ora ai domiciliari.

Le indagini, avviate a gennaio, sono state condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Sondrio e coordinate dal procuratore, Piero Basilone. Dell’inchiesta – con altri indagati minori – si è avuta prima notizia a giugno quando, a seguito di tre esposti in cui un beninformato, Michele Guerra, forse pseudonimo di qualcuno che lavora nel mondo scolastico, aveva segnalato la sospetta distrazione di fondi erogati dal Ministero, era scattata una perquisizione in via Donegani.

Ieri mattina, le fiamme gialle del tenente colonnello Arturo Tacconi hanno eseguito la misura cautelare emessa dal Gip Fabio Giorgi. Le contestazioni mosse a Molinari riguardano ripetute ingerenze nell’assunzione di docenti da parte dei presidi, attraverso la modalità della cosiddetta “messa a disposizione”. Ma non solo. Tra le accuse, anche quella di aver utilizzato fondi pubblici al fine di acquistare beni estranei a scopi istituzionali, tra cui un drone, e anche per saldare debiti per spese personali del dirigente. A Molinari (per qualche tempo pure reggente a Cremona), vengono anche contestati rapporti con alcuni giovani ai quali avrebbe promesso e fatto attribuire, in maniera illecita, incarichi di docenza, borse di studio, stage e tirocini che venivano retribuiti, in istituti scolastici della Valtellina. Il meccanismo, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, era talvolta quello della predisposizione ed attuazione di bandi pubblici costruiti ad hoc per alcuni giovani che il dirigente avrebbe precedentemente individuato. A tale selezione, avrebbe fatto seguito l’assunzione di questi stagisti in alcune scuole. Una volta assunti, i giovani avrebbero versato parte dei loro compensi sul conto di un’associazione culturale riconducibile a Molinari, curriculum imponente, funzionario molto religioso e con forti legami di collaborazione in Vaticano.

La Procura e il Nucleo Pef della GdF "al doveroso scopo di verificare la sussistenza di quanto sinora accertato, sentiranno numerose persone informate sui fatti e acquisiranno altra documentazione". Nelle scorse settimane, quando il “caso“ era esploso, dalla sua casa di Bergamo, dove ora è ai domiciliari, si era dichiarato "sorpreso di essere finito al centro di un’indagine e di nutrire la massima fiducia nell’operato della giustizia", dicendosi sin da subito disposto a "offrire la massima collaborazione per fare piena luce su eventuali episodi da chiarire, avendo la coscienza a posto e nulla di cui temere". Poi, per alcuni giorni, molto turbato dagli accadimenti, si era assentato dal lavoro, rimpiazzato in via temporanea dal collega di Lecco. Poi il ritorno. Sino alla clamorosa svolta di ieri, quando i militari del colonnello Giuseppe Cavallaro, comandante provinciale, hanno bussato al suo ufficio per notificargli l’ordine di custodia cautelare.