Giovedì 25 Aprile 2024

Pd spaccato sulla Giustizia Conte vuol sondare la base

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Un bel problema per il Pd e un problema che – paradossalmente – per i 5 Stelle, da un lato, e per Italia viva, dall’altro, neppure si pone. Per i grillini parla il presidente della commissione Giustizia della Camera, Mario Perantoni: "La Lega è sorprendente: è passata dal voler mettere tutti in galera al voler mettere in libertà tutti". E, a sera, è lo stesso Giuseppe Conte a ribadire quanto già detto: "Il Movimento ne ha già discusso, i quesiti ammessi sono inidonei a rendere più efficiente la giustizia. Siamo orientati a respingerli, ma mi piacerebbe coinvolgere i nostri iscritti". Per i renziani, invece, parla Raffaella Paita: "Bene la pronuncia della Consulta. Abbiamo firmato i referendum promossi dai Radicali, condivido questa battaglia di civiltà".

I cinque quesiti ammessi rappresentano, invece, un bel problema per il Pd. La faglia di divisione interna, e sotterranea, tra garantisti e giustizialisti rischia di riemergere. E, se è vero che la bocciatura dei due quesiti sui diritti civili (eutanasia e droghe leggere) ‘tarpa le ali’ anche ai referendum sulla giustizia, che rischiano di non ottenere il quorum, il Pd non può limitarsi a fare una campagna pro-astensione, come è tentato di fare. Il refrain del Nazareno è: "Lo strumento per fare le riforme è il Parlamento", come ribadiva ieri la capogruppo dei senatori dem, Simona Malpezzi. Ma la verità è che una grossa fetta dei parlamentari del Pd, e di molte sue anime interne (tutta Base riformista, i Giovani turchi, la ex area Martina) è favorevole e pronto a votare sì soprattutto al referendum sulla separazione delle carriere tra i magistrati giudicanti e quelli inquirenti.

Un referendum osteggiato dall’ala ‘dura’ della magistratura e che trova l’opposizione anche della responsabile Giustizia di Letta, la senatrice Anna Rossomando. Inoltre, non va dimenticato che, nonostante il ‘no’ di Letta e della segreteria, hanno firmato i sei referendum promossi da Lega e Radicali personalità importanti come Goffredo Bettini, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori e l’europarlamentare Smeriglio. Per ora prevale la prudenza e, soprattutto, il tentativo di depotenziare l’effetto dei referendum. "Questo Parlamento – rivendica Valter Verini, voce del Nazareno e relatore della riforma del Csm – è stato in grado di approvare la riforma del processo civile e penale e sta per dare l’ok la riforma del Csm. Con quest’ultima potranno venire ‘assorbiti’ i contenuti dei quesiti di almeno tre referendum ammessi dalla Corte. Le tre approvate sono riforme di sistema, in grado di modernizzare la giustizia e di renderla giusta".

Ettore Maria Colombo