Mercoledì 24 Aprile 2024

Paura di viaggiare, ora fioccano le disdette

Dopo un avvio di stagione all’insegna dell’ottimismo, la risalita dei contagi, il rallentamento della campagna vaccinale e le nuove restrizioni in arrivo allarmano il settore del turismo, che fa già i conti con le prime disdette: a rinunciare alle vacanze è soprattutto chi ha prenotato all’estero, per il timore di possibili quarantene forzate e per l’incertezza sulle regole per il rientro.

Ma soffre anche il turismo di prossimità last minute. In questo contesto gli operatori guardano con favore al possibile uso allargato del green pass, ma chiedono che "i controlli non vengano scaricati sui gestori di bar, locali, ristoranti" e che il governo continui a sostenere il settore. "Siamo molto preoccupati: fino a dieci giorni fa ci preparavamo a un’estate in forte ripresa, ora si prospetta una chiusura ancora più rapida dell’anno scorso, quando i primi stop arrivarono a metà agosto", ammette Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria.

"Se gli investimenti sostenuti per lavorare per 4-6 settimane d’estate si traducono solo in costi, non stiamo più in piedi. Rispetto a perdite del 70% del fatturato dello scorso anno, avevamo previsto di portare a casa questa estate un 50% del 2019, con una crescita del 25% sull’anno scorso. C’è ancora una certa fiducia da parte dei clienti, che attendono gli sviluppi della situazione prima di cancellare le prenotazioni. Ma se dovessimo restituire le caparre come a marzo-aprile 2020 non avremmo più le risorse per andare avanti". Per Lalli, "l’estensione dell’uso del green pass può essere una misura utile, anche come spinta a vaccinarsi. Ma chi controlla, per esempio, se il lasciapassare è falsificato? La responsabilità non può essere lasciata ai gestori di un’attività turistica".