Mercoledì 24 Aprile 2024

Morte Pasolini: Antimafia: "Omicidio per furto pellicole film. Coinvolta banda Magliana"

Secondo l'ipotesi della commissione parlamentare della scorsa legislatura il regista si sarebbe recato all'Idroscalo di Ostia per recuperarle e lì sarebbe stato ucciso

Pier Paolo Pasolini (Ansa)

Pier Paolo Pasolini (Ansa)

Roma, 16 dicebre 2022 - Anche la Banda della Magliana sarebbe stata coinvolta nell'omicidio di Pier Paolo Pasolini. Secondo l'ipotesi della Commissione parlamentare antimafia della scorsa legislatura, resa pubblica oggi, l'uccisione del regista potrebbe essere legata al furto delle pellicole originali di alcune scene 'Salò e le 120 giornate di Sodoma', avvenuto a Ferragosto del 1975 da un capannone di Cinecittà. Lo scrittore e sceneggiatore sarebbe andato proprio all'Idroscalo sul litorale romano per cercare di recuperare le pellicole e lì sarebbe stato ucciso. Il corpo fu ritrovato il 2 novembre 1975. Secondo questa ipotesi, aggiunge la Commissione, sarebbero coinvolti nel delitto "gruppi malavitosi di rilievo" come la Banda della Magliana.

Nella relazione si sottolinea che ci sono state inchieste di giornalismo investigativo che hanno "definitivamente sgretolato l'iniziale ipotesi, purtroppo allora sostenuta dai mezzi di comunicazione e da alcune pronunce giurisdizionali, secondo cui l'assassinio dello scrittore sarebbe stato solo il tragico esito di un incontro sessuale sfociato estemporaneamente in una aggressione da parte di un unico individuo e cioè Pino Pelosi (condannato in via definitiva per l'omicidio di Pier Paolo Pasolini ndr)".

Ripercorrendo recenti lavori di ricerca, l'antimafia ricorda "omissioni particolarmente gravi" rispetto agli "accertamenti immediati che si sarebbero dovuti svolgere" come "la mancata audizione dei testimoni che abitavano nelle baracche della zona e che avevano udito quanto avvenuto quella notte e che avrebbero sin dal principio dato conto dell'evidenza che l'aggressione fu condotta da numerose persone" o "la mancanza, dopo l'omesso confinamento della zona ove il delitto era avvenuto, di approfondite perizie sulle gravi ferite riportate da Pasolini e sui mezzi con i quali queste erano state inferte".

La Commissione ha dunque ritenuto di affrontare tale tema "anche per i suoi evidenti collegamenti con il mondo della criminalità organizzata romana dell'epoca, ma fondamentalmente in ragione di alcune dichiarazioni rese da Maurizio Abbatino (uno dei capi della Banda della Magliana, poi collaboratore di giustizia ndr)" che è stato sentito dalla Commissione di inchiesta in "due distinte occasioni". Ascoltata durante i lavori anche la ricercatrice e giornalista Simona Zecchi, che si occupò del caso Pasolini.

Nella relazione depositata dalla Commissione viene anche precisato che "appaiono ormai del tutto improbabili soluzioni di carattere giudiziario, ma resta utile, in prospettiva storica, che le ricerche sul movente e sulle modalità dell'aggressione che causarono la morte di Pasolini, entrambe mai chiarite, siano eventualmente riprese alla luce dei pur embrionali rilievi emersi dalla attività della Commissione di inchiesta".