Mercoledì 16 Luglio 2025
REDAZIONE CRONACA

"Sporgere non è vietato". Ecco perché è legale il palazzo di viale Caldara

Potrà piacere oppure no, lo stravagante palazzo di viale Caldara 38, ma illegale non è. E c’è di più. Per il tribunale, non esiste proprio un “obbligo edilizio” che costringa gli edifici a mettersi lungo la strada tutti allineati di Mario Consani

Il palazzo di via Caldara (Newpress)

Milano, 13 gennaio 2015 - Potrà piacere oppure no, lo stravagante palazzo di viale Caldara 38, ma illegale non è. E c’è di più. Per il tribunale, non esiste proprio un “obbligo edilizio” che costringa gli edifici a mettersi lungo la strada tutti allineati. Fantasia urbanistica al potere, dunque, anche in circonvallazione interna. Del resto, l’architetto Alberico Barbiano di Belgiojoso, che quel palazzo ha progettato, ha sempre sostenuto di aver voluto compiere un gesto di “rottura” rispetto all’eccessiva quiete della zona. Per la Procura, invece, quell’impresa era stata realizzata in violazione di norme edilizie e non solo. 

Tanto che l’edificio, con le balconate che sporgono non in linea con gli altri della strada, era finito anche sotto sequestro. Il pm Paola Pirotta era convinta che fosse potuto sorgere solo grazie ad un sostanziale imbroglio ai danni del Comune. Ma qualche mese fa il tribunale, presidente Oscar Magi, ha accolto le tesi difensive e deciso che nessun reato è stato commesso nella vicenda processuale che vedeva imputati proprietari, progettista, direttore dei lavori e funzionario comunale, accusati a vario titolo di reati edilizi ma anche di truffa e abuso d’ufficio.

Nulla di tutto ciò. In particolare, dalle motivazioni del verdetto scritte sia pure in modo molto tecnico dal giudice Monica Amicone, si scopre che la commissione edilizia aveva potuto vedere, apprezzare ed approvare in modo del tutto regolare il progetto del palazzo, ecomostro o rivoluzionario che sia. «La cortina edilizia - scrive il tribunale - non postula necessariamente che gli edifici che la costituiscono siano allineati in linea retta, né che siano omogenei sotto gli aspetti volumetrici, stilistici e della conformazione dell’involucro». Il Regolamento edilizio, infatti, «si limita a richiedere che gli aggetti (gli elementi che sporgono rispetto alla facciata, ndr.) qualora sporgano sul piano viabile, siano ad un’altezza tale da non ostacolare il traffico ovvero determinare situazioni di pericolo». Tutto il resto, è semplice questione di gusto.

di Mario Consani

mario.consani@ilgiorno.net