Venerdì 26 Aprile 2024

Parigi, arrestato il milionario Bouthier. "Ospitava minorenni e le stuprava"

In cella il tycoon delle assicurazioni. Il procuratore: quando diventavano maggiorenni le cacciava

Jacques Bouthier, 75 anni, nato da famiglia umile e diventato straricco col gruppo Vilavi

Jacques Bouthier, 75 anni, nato da famiglia umile e diventato straricco col gruppo Vilavi

L’ambizione divorante di diventare uno degli uomini più ricchi di Francia. E la perversione inderogabile di avere a propria disposizione almeno una giovane vita. Ogni giorno. Per anni. Abusando di numerose ragazze minori, di età anche inferiore a 15 anni, strappandole con soldi alle proprie famiglie e ospitandole in un appartamento trasformato in regno di dominio. C’è questo – e molto altro – nell’ultima storia di pedofilia che fa arrossire Parigi. Jacques Bouthier, 75 anni, fondatore e anima del gruppo assicurativo Vilavi, self made man lungo la Senna con almeno 160 milioni di patrimonio personale, è in carcere da sabato con imputazioni gravissime, assieme ad altre cinque persone tra le quali la moglie.

Secondo Libération, gli inquirenti lo indagano per "tratta di esseri umani, violenza sessuale su minori di 15 anni, ricorso alla prostituzione minorile, detenzione di immagini pedopornografiche e associazione per delinquere finalizzata al sequestro di persona". Ipotesi di reato – ora da dimostrare in giudizio – che determinano le immediate dimissioni del sospettato numero uno dai vertici societari, ma anche l’imbarazzo dei tanti che hanno contribuito al suo successo facendone uno dei 500 imprenditori più ricchi di Francia. Dagli attuali 1.800 dipendenti della società, alle stelle dello sport personalmente ingaggiate per le pubblicità del gruppo a partire dagli anni Duemila (Le Figàro ricorda i calciatori Lilian Thuram ed Emmanuel Petit, o la nuotatrice Laure Manadou).

Secondo l’accusa, la modalità di reclutamento delle vittime di Bouthier era davvero molto spiccia: fin quando le giovani erano di suo gradimento, potevano restare a disposizione nell’appartamento riservato venendo mantenute. Poi l’assicuratore procedeva ad avvicendamenti anagrafici sbattendo fuori di casa l’abusata di turno e sostituendola con una nuova preda. Un turnover sessuale che avrebbe coinvolto almeno sette minori. L’imprenditore evidentemente valutava che la prevedibile vergogna delle protagoniste, un po’ di soldi elargiti, il coinvolgimento delle famiglie di fatto complici, e la propria aura di grande assicuratore, costituissero una polizza sufficientemente articolata e protettiva. Calcolo errato.

In marzo si presenta alla polizia una 22enne marocchina. Si chiama Kenza. Porta con sé un filmato. Dice che l’uomo ripreso dalle immagini la violenta dal 2016, ma nel video in questione si approfitta in realtà dell’ultima ’conquista’ tra i disperati delle banlieu: una 14enne rumena. Chi è l’autore del video? "Io", risponde Kenza ai poliziotti. E con il benestare del vecchio ormai fuori controllo. La riprova è immediata: quando il protagonista pensa che Kenza possa comprometterlo, forma un commando per scovare la ribelle, trascinarla all’estero e occultare la prova regina. Capo missione un ex agente del Gign (il gruppo di intervento rapido della gendarmeria nazionale) assunto in azienda. Componenti dell’improbabile team: altri due impiegati assicurativi, un’amica della marocchina e la signora Bouthier, pronta a tutto per difendere il marito. Senonché l’ex agente e i due impiegati pensano sia più remunerativo ricattare il gran capo alla tariffa scontata di un milione di euro. Ma gli inquirenti ormai sono sul pezzo. E arrestano tutti.