Giovedì 18 Aprile 2024

Orrore a 21 anni: segregata e stuprata per mesi

Bari, un giardiniere fermato per caso nei controlli anti Covid. Aveva rinchiuso in casa la studentessa: "Nonostante fossi incinta, botte e minacce"

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di Nino Femiani

Pensa di aver trovato l’amore, Angela (nome di fantasia). È una studentessa di 21 anni, è conquistata da Ismail Mahmed, 31 anni, egiziano con piccoli precedenti per droga, che ha conosciuto lo scorso autunno a piazza Cesare Battisti a Bari, luogo frequentato da studenti e migranti. E forse per quest’invaghimento si scatenano continui litigi e discussioni in famiglia. Poco prima di Natale lascia anche la casa di un’amica, presso cui aveva trovato momentanea ospitalità, e decide di andare a convivere con l’uomo, in una vecchia palazzina nel quartiere Libertà, una scelta che immagina le possa offrire un futuro felice e libero.

E, invece, quella coabitazione è solo l’anticamera di un inferno, di un calvario che dura tre mesi. Segregata in casa, picchiata e maltrattata anche quando dice all’uomo che aspetta un figlio suo, prigioniera in un’abitazione da cui l’egiziano, gelosissimo, non le permette mai di uscire se non è lui ad accompagnarla. Per garantirsi l’assoluta impermeabilità con l’esterno le sottrae il cellulare e mette dei veti oscuranti alle finestre. Un vero carcere, senza neppure l’ora d’aria. A questo si aggiungono, racconta Angela agli agenti di polizia, l’insofferenza verso le donne frutto di un’osservanza fanatica e manichea della fede musulmana e gli scatti d’ira dovuti all’uso di droghe. "Non potevo denunciare, ma sapevo che prima o poi sarei scappata da questa prigione", sospira. In realtà ad aiutare la ragazza è una fortunata coincidenza: i controlli anti Covid in corso a Bari.

Sabato pomeriggio gli agenti notano Mahmed che staziona senza mascherina a piazza Umberto. Gli chiedono i documenti, lo vedono nervoso e irascibile, scatta la perquisizione e l’egiziano viene trovato in possesso di un coltello a serramanico. I poliziotti gli chiedono dove abitasse, sulle prime rifiuta di dare il domicilio, poi li accompagna a casa. E qui gli agenti notano subito una stranezza: nonostante abbia una regolare serratura, la porta è chiusa da un lucchetto che può essere aperto solo dall’esterno. Il magrebino rifiuta più volte di aprire, poi si convince a dare le chiavi permettendo agli agenti di trovare Angela. La ragazza, ancora sotto choc, racconta che Mahmed ha più volte abusato di lei, picchiandola e tenendola prigioniera. "Mi ha violentata ripetutamente, ora sono incinta", riferisce al personale del Centro Anti Violenza. Poi riporta un episodio di violenza particolarmente odioso: "Pur sapendo che ero incinta, mi ha dato una gomitata nella pancia". La vittima ripete di essere stata ripetutamente offesa e picchiata, anche pubblicamente in strada, con schiaffi in faccia e in testa e capelli tirati.

Tratto in arresto, l’uomo è condotto nel carcere di Bari e dovrà rispondere di sequestro di persona, violenza sessuale e porto abusivo di armi o oggetti atti ad offendere. Sarà interrogato questa mattina, per la convalida dell’arresto, dal gip del Tribunale di Bari, Angelo Salerno. L’egiziano è arrivato in Italia con un permesso di soggiorno umanitario ed è in attesa di asilo politico. Per breve tempo ha svolto il lavoro di magazziniere in una ditta, poi è stato posto in cassa integrazione e si è arrangiato facendo il giardiniere.