Mercoledì 24 Aprile 2024

"Ordini boom, eppure siamo in perdita" Le bollette folli fermano le imprese

Romani (ceramiche) fattura 130 milioni. "In marzo pagavamo 850mila euro di luce. Ora arriviamo a tre milioni"

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di Gianpaolo Annese

CASALGRANDE (Reggio Emilia)

"Siamo un’azienda sana, abbiamo un incremento di ordini da record. Eppure tra costo del gas e delle materie prime alle stelle, stiamo producendo in perdita e siamo costretti a fermarci a gennaio per tre settimane per non farci travolgere". Giorgio Romani è presidente dell’omonimo Gruppo ceramico che ha sede a Casalgrande (Reggio Emilia), oltre che presidente della commissione sindacale di Confindustria ceramica. L’azienda conta più di 400 dipendenti, un fatturato di 130 milioni di euro con un incremento del 20% rispetto agli anni pre pandemia. A tarparle le ali è è una bolletta mostruosa (tra gas e luce), passata in pochi mesi dagli 850mila euro di marzo 2021 ai 2 milioni e 150mila euro di ottobre: un trend destinato a sfiorare ormai i tre milioni di euro.

Romani, i clienti vi sommergono di richieste ma a voi in pratica non conviene produrre.

"È un’anomalia che non ha precedenti. Registriamo il 30% in più di ordini, la nostra azienda potrebbe tranquillamente volare. Ma questi costi di produzione ci tengono a terra".

E ora avete fermato la produzione.

"Anche aumentando i prezzi, non riusciamo a compensare l’incremento dei costi. Al momento siamo fermi fino a fine gennaio, poi si vedrà. Si diceva che ad aprile la febbre delle tariffe sarebbe calata, ma ormai sappiamo che non sarà così. A questo si aggiunga che abbiamo avuto un’impennata di cinque milioni di euro delle materie prime: dall’argilla ai trasporti, dai pallet al nylon".

Come reagiscono i clienti al fermo produttivo, proprio nel periodo tra l’altro del bonus 110 per cento?

"A oggi riusciamo a essere ancora puntuali nelle consegne, e anzi ci hanno fatto i complimenti per la nostra capacità di rispondere nonostante le difficoltà del periodo. Il problema è che sarà molto complicato agire più di così sui prezzi perché per un decennio sono rimasti stabili se non calati: adesso anche un incremento del 10% viene recepito con estrema difficoltà; abbiamo constatato che i consumatori sono molto sensibili al prezzo delle lastre ceramiche al metro quadro. Occorre anche considerare l’agguerritissima concorrenza, soprattutto spagnola e turca".

C’è qualcosa che può fare il governo?

"La deputata Benedetta Fiorini della Lega si sta davvero impegnando per aiutare le nostre aziende. Credo che un primo rimedio potrebbe essere quello di sbloccare i cospicui giacimenti strategici di gas di cui l’Italia dispone".

In che modo?

"Molte aziende energivore hanno chiuso a gennaio, riducendo la produzione. Non consumando gas probabilmente si rimpingueranno le riserve strategiche statali e avremo disponibilità di gas da questi giacimenti. Siccome i depositi, di cui l’Italia è seconda solo alla Germania, sono stati riempiti in gran parte gli scorsi anni a prezzi di allora, oggi si potrebbe valutare la possibilità di una redistribuzione a prezzi medi di riempimento, probabilmente senza incorrere nel divieto di aiuti di Stato".