Giovedì 18 Aprile 2024

Ora Beppe teme la diaspora: "Restiamo uniti"

L’ex comico, sommerso dalle critiche, ammorbidisce i toni: "Abbiamo fatto cose straordinarie. Conte? Forse non era l’uomo giusto"

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Forse voleva scusarsi. Ma, se questo era l’intento, gli è venuto male. Beppe Grillo, dopo la scarica di "vaffa" arrivati dalla base sul suo blog e sugli altri social, è riapparso in un video in cui ha tentato di tenere i suoi, di presentarsi con la veste non del "padre padrone" bensì del "papà" che ha fatto "cose straordinarie per il M5s" e che ha agito "con cuore e anima", non chiedendo mai "di rivedere il suolo del Garante".

La causa della rottura? Tutta colpa di Conte (che gli ha risposto in modo brusco: "Non dica falsità su di me"). Secondo Grillo, infatti, l’ex premier ha sbagliato tutto: "Il M5s doveva cambiare con lui e pensavo fosse la persona più adatta. Ma forse non la persona più adatta per ciò che serve al Movimento". Ora, però, "stiamo uniti – pare implorare Grillo, consapevole della diaspora in corso –. Se qualcuno vuole fare una scelta diversa, la farà in tutta coscienza".

Toni più morbidi, quasi a cercare di stemperare un clima di astio nei suoi confronti che non immaginava si scatenasse: "Sento dichiarazioni che mi fanno male e che non merito", osserva. "Ci siamo visti tutti insieme con Conte e gli abbiamo dato l’incarico: rifai il Movimento, vai nei territori, è in crisi – continua Grillo –. Avevamo bisogno di lui, siamo un Movimento che può mutare, è giusto che ci sia una persona che lo cambi. Questa era una cosa concordata. Questo è un movimento che permette a un professore universitario di diventare presidente del Consiglio. Ho presentato il simbolo, 2050, tutti d’accordo".

"Gli dico prendi lo statuto, vedi se ti va bene, cambialo. Da quel giorno non ho sentito più nessuno. Lo chiamo e non si fa trovare. Comincio a sentire il peso. Se non ti fidi di me – prosegue l’ex comico –, fai vedere lo statuto ai parlamentari, a qualcuno. Poi mi è arrivata la bozza, ed era una roba dove si metteva al centro lui, forse aveva frainteso. Era stato deciso di fare una distribuzione dei poteri, perchè se hai tutto in mano ti fai del male da solo". Grillo ha rivendicato le sue richieste: "Ho solo chiesto la garanzia che la figura del Garante restasse identica allo statuto che c’è adesso. Ho detto a Conte: ’Dammi la possibilità di essere il custode dei valori, dell’attività politica. Custode vuol dire non entrare nella dinamica tua, che sei un uomo straordinario, però sono io che parlo di transizione, io che sono andato a imporla al Governo’. Quando mi è arrivato il primo statuto abbiamo fatto una trattativa e sono venuto a fare qualche battuta in Parlamento, ma lui si è offeso. Ma sono battute...". Il dato di fatto, però, è che Grillo si è fatto prendere la mano dal nervosismo, anche ieri. Prima del video, aveva strapazzato con inaudita ferocia Vito Crimi, reo di non voler autorizzare il voto su Rousseau per l’elezione del nuovo direttorio a cinque, tornando indietro di 5 mesi.

"Autorizza il voto su Rousseau o ne pagherai le conseguenze", gli ha intimato il Garante. "A queste condizioni non so se resterò..", la replica di Crimi. E ancora. "Sarai personalmente responsabile delle conseguenze", gli ha urlato Grillo, mettendo in dubbio il ruolo di reggente, definendolo "controverso". Un clima talmente impazzito da convincere pure una come Roberta Lombardi a pensare di mollare: "Non posso prestarmi a quest’operazione di imposizione dall’alto", ha scritto su Facebook, "se non si trova sintesi, darò le mie dimissioni con effetto immediato da membro del Comitato e riconsidererò la mia permanenza nel M5s". Lombardi ha anche definito il post di Grillo "una presa in giro con metodi padronali".

Elena G. Polidori