Venerdì 26 Aprile 2024

I delitti di Imola e Milano. Futili motivi e misteriosi mandanti

Quanto vale una vita? A Imola un uomo di 43 anni ha investito con l’auto e ucciso un ragazzo di 24 che aveva rapinato del cellulare suo figlio diciassettenne. A Milano un ragazzo di 21 anni ha massacrato con un vasetto della marmellata, fino ad ammazzarla, una novantenne che non voleva prestargli dei soldi: e se ne è andato con un bottino di circa 150 euro. Le indagini, come recitano i mattinali delle questure e delle caserme dei carabinieri, sono state rapide e risolutive, fino ad assicurare alla giustizia i colpevoli, i quali hanno "reso piena confessione". Ma nessuno si illuda: il caso non è chiuso. Restano, nell’ombra, misteriosi mandanti.

E infatti c’è un giallo che resta aperto, c’è una domanda che sembra non avere razionale risposta: com’è possibile arrivare ad uccidere per un telefono rapinato al figlio, o per centocinquanta euro? Così poco vale la vita umana? Non solo quella di chi è stato ucciso, ma anche quella di chi ha ucciso? Perché pure per loro due, pure per quel padre che ha schiacciato un uomo con la jepp contro un muro e per quel ragazzo che ha spaccato la testa a un’anziana signora, pure per loro la vita è finita. Lo sarà per tutto il tempo che dovranno trascorrere in carcere, e poi lo sarà nel rimorso, se è vero che sono sconvolti (il padre si è subito costituito), se è vero che hanno una coscienza.

Ne registra tanti, la cronaca nera, di omicidi. Quelli per mafia, quelli per terrorismo, quelli per odio contro le donne, quelli per rapina, quelli per legittima difesa. E poi ci sono questi, che venivano un tempo classificati fra i "futili motivi". Futile: è una parola scomparsa dal vocabolario comune. Ed è una parola terribile perché ci fa pensare che può succedere a ciascuno di noi, di perdere la testa per una sciocchezza: e di distruggere – in un attimo – la vita di un altro e la nostra.

Ma davvero è poi solo un attimo di follia? Davvero è sufficiente la furia che ti monta dentro quando ti viene toccato un figlio, oppure il bisogno di qualche spicciolo, per diventare di colpo assassini? Chissà che cosa c’è stato, nella vita di questo padre di famiglia e di questo ragazzo, prima di quell’attimo fatale; prima di quel futile motivo. Chissà quanta rabbia a lungo covata, quanto risentimento, quante sconfitte, quanti torti subiti e quanti errori accumulati. Sono questi i mandanti misteriosi di tanti delitti per futili motivi. Nessun inquirente li potrà mai "assicurare alla giustizia". Ma ci sono. E sono i nemici che in tanti, senza sospettarlo, ci portiamo dentro.