Mercoledì 24 Aprile 2024

Milano, disabile rifiutata da due scuole. "L'ascensore è rotto, qui non c’è personale"

La ragazza di 14 anni vorrebbe studiare grafica pubblicitaria. In un istituto la Città metropolitana non ha mai riparato la cabina, nell’altro mancano gli addetti per assistere l’adolescente

L’ascensore rotto da 20 anni dell’istituto Caterina da Siena di Milano

L’ascensore rotto da 20 anni dell’istituto Caterina da Siena di Milano

Milano, 23 febbraio 2023 - Quella che stiamo per raccontare è una storia esemplare dello stato nel quale versa la scuola pubblica e di come, di fronte al diritto all’istruzione, alcuni ragazzi finiscano per essere meno uguali di altri. È il caso di una studentessa milanese di 14 anni che sta combattendo contro un osteosarcoma, un tumore raro che colpisce le ossa, un tumore per il quale ha dovuto subire l’amputazione di una gamba e imparare a muoversi sulla sedia a rotelle. A renderla meno uguale di altri è proprio la disabilità motoria con la quale convive. Il suo futuro scolastico è un’incognita perché a oggi due istituti superiori su due, a Milano, hanno dovuto rifiutare la sua domanda di iscrizione. Lei ha le idee chiare: a giugno concluderà le medie, da settembre vorrebbe studiare grafica pubblicitaria. Ma, come detto, nessuno dei due istituti ai quali si è rivolta le ha aperto le porte.

Motivo? Uno dei due, l’Istituto d’Istruzione Superiore Caterina da Siena, non le può garantire un accesso sicuro al primo piano, quello dove ci sono i laboratori di grafica pubblicitaria. In questo istituto c’è un ascensore che nessuno ricorda di aver mai visto in funzione negli ultimi 20 anni. Nessuno, neppure Stefano Caponeri, tecnico di laboratorio, che pure è la memoria storica del Caterina da Siena: vi lavora dal 1991. Pare addirittura che i pezzi di ricambio di questo elevatore non siano più in commercio. Nello stesso istituto c’è anche un montacarichi. Ma da anni funziona a singhiozzo. E solo l’estate scorsa gli ispettori dell’Agenzia di Tutela della Salute di Milano lo hanno dichiarato non a norma. A chi tocca intervenire? La responsabilità ultima non è della dirigenza scolastica, ma della Città Metropolitana di Milano, l’ex Provincia: in 20 anni l’ente ha fatto in tempo a cambiar nome e sistema di elezione, non a sistemare una volta per tutte ascensore e montacarichi. "Lo scorso settembre, dopo il pronunciamento dell’Ats – racconta Anna Patrizia Nava, preside del Caterina da Siena – Città Metropolitana ha mandato dei tecnici per riparare il montacarichi: il 25 del mese ci sarebbero state le elezioni politiche e noi siamo sede di seggio. La situazione, però, non è cambiata. Il montacarichi ha continuato a funzionare a settimane alterne. Il 13 febbraio, in occasione delle regionali, un elettore con disabilità vi è rimasto bloccato. Il giorno stesso ho nuovamente scritto a chi di dovere sottolineando come si fosse bloccato 3 volte solo nell’ultimo mese".

"Sono arrivata in questa scuola nel 2020 – prosegue Nava – e ho iniziato a porre il problema a gennaio 2021. Il disagio è comune, anche una nostra ex docente con difficoltà motorie chiedeva di far lezione al pianterreno perché temeva di restare bloccata. In questo contesto non ce la sentiamo di accogliere nuove richieste di iscrizione da parte di studenti con disabilità motoria. Abbiamo i laboratori di grafica pubblicitaria al primo piano, quelli di moda al secondo e il montacarichi non è affidabile".

Oggi il Caterina da Siena ha 145 studenti diversamente abili su 1.200. Quelli che si muovono sulla sedia a rotelle sono 5: "E capita siano costretti a fare le attività di laboratorio da remoto, restando al pianterreno". Sì, "da remoto", perché il Caterina da Siena, in questi anni, è stato capace di attrarre diversi fondi europei destinati alla digitalizzazione e all’innovazione della didattica: basta dare un’occhiata alle 7 targhe affisse sulle due colonne all’ingresso. Sono stati lacunosi – invece – gli interventi domestici, quelli in capo all’ex Provincia: per questo c’è tutta la tecnologia che serve, ma non un solo ascensore che funzioni come si deve. Non manca neppure il personale ("Abbiamo 75 docenti di sostegno"), manca solo il supporto di impianti semplici e del tutto quotidiani quali gli elevatori o i servoscale.

L’Istituto Rizzoli, l’altra scuola che per ora ha detto "no" a questa ragazza di 14 anni, rientra nel caso opposto: "Qui non ci è stata posta una questione di barriere architettoniche. Qui ci è stato detto che non hanno il personale per seguirla". A parlare è Luca Pellizzer, presidente del Comitato Genitori del reparto di Oncologia Pediatrica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Si tratta non solo dell’Istituto nel quale la ragazza è in cura, ma anche dell’Istituto grazie al quale questa studentessa sta completando il triennio delle medie. I docenti, infatti, fanno lezione anche direttamente in reparto, se serve. Pellizzer può parlare a nome della famiglia della studentessa perché è tra coloro che hanno gestito le pratiche per la sua iscrizione alle superiori ed è lui ad aver voluto denunciare l’accaduto: "Ritengo sconvolgente sentirsi dire, nel 2023, che si hanno difficoltà ad accogliere studenti con disabilità motorie. Fatti gravissimi, ai quali non bisogna abituarsi. Ne va del diritto all’istruzione dei ragazzi con disabilità".