Giovedì 25 Aprile 2024

"Non è mia la sostanza ritrovata" L’ex spin doctor contro le accuse

Il liquido sequestrato potrebbe essere Ghb, la “droga dello stupro“. Spunta un quarto uomo

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Il ruolo svolto da una quarta figura, il cinquantenne presente nell’appartamento di Luca Morisi la notte tra il 13 e 14 agosto nella cascina della villa a Belfiore, gli elementi emersi dai tabulati telefonici dello spin doctor, la natura del liquido nel contenitore di una sostanza che potrebbe essere Ghb, la cosiddetta “droga dello stupro“. Restano una serie di punti da chiarire nell’inchiesta veronese che vede indagato l’inventore della “Bestia“ social della Lega per supposta cessione di sostanza stupefacente. L’indagine ora potrebbe allargarsi.

Ma la difesa dell’ex social media manager (dimessosi nei giorni scorsi dal suo ruolo) punta già a chiarire un aspetto fondamentale, che potrebbe far cadere l’impianto dell’accusa: "Quel flacone con del liquido non era di Morisi, il quale evidentemente non può averlo ceduto a terzi". A far scattare l’indagine sarebbe stato il fermo di due ventenni romeni a un posto di blocco dei carabinieri, che dopo essere stati a casa di Morisi per diverse ore sarebbero andati via in macchina imboccando una strada provinciale. Il nodo della vicenda giudiziaria comincia e – forse – termina qui: i due giovani stranieri sosterrebbero che quel liquido trovato durante l’ispezione nel portaoggetti della loro auto era Ghb e che gli è stato fornito da Morisi.

Sta di fatto che dal posto di blocco i militari hanno raggiunto l’abitazione di Morisi, dove si trovava anche un italiano 50enne, e durante la perquisizione nella casa hanno trovato due grammi di cocaina, quantità compatibile con l’uso personale e il cui possesso viene punito come illecito amministrativo, non penale. Morisi è però al momento iscritto nel registro degli indagati per supposta cessione di sostanza stupefacente, "sulla cui natura si attende ancora l’esito delle analisi", spiega la Procura. E i risultati potrebbero arrivare solo tra diverse settimane. In quell’abitazione i due stranieri avrebbero avuto un contatto occasionale con Morisi, che aveva acquistato l’appartamento da una società immobiliare di un costruttore, il quale in un’inchiesta giornalistica di Report era stato accostato alla vicenda dei cosiddetti fondi russi.