Giovedì 25 Aprile 2024

"Nessuna rapina: uccisa in famiglia" Svolta a Macerata, indagata la figlia

L’anziana pensionata trovata morta la vigilia aveva chiesto aiuto a un centro antiviolenza. Al 112 era stato dato l’allarme: "Ci hanno assaltato i banditi". Vedovo e nipote accusati di favoreggiamento

di Paola Pagnanelli

e Chiara Gabrielli

Il cadavere di un’anziana sul pavimento della cucina. E una telefonata concitata al 112. Sono le 19.30 della vigilia di Natale: "Correte, correte, c’è stata una rapina". All’altro capo della cornetta c’è Arianna Orazi, 48 anni, chiama da una villetta a schiera di Montecassiano, e nella cucina al primo piano c’è il cadavere di sua madre, Rosina Cassetti, Rosy, 78 anni compiuti a maggio, un marito e due figli, pensionata, passione per i fiori e amicizie nel vicinato. Riversa sul pavimento, nessun segno di violenza evidente a una prima ispezione. Siamo stati aggrediti e legati da un rapinatore vestito di nero, poi l’abbiamo trovata morta in cucina, riferiscono i familiari ai carabinieri e ai medici del 118. In casa ci sono il marito della vittima, Enrico Orazi, titolare di un negozio di ricambi a Macerata, la figlia Arianna e il nipote Enea Simonetti, 20 anni, che sarebbe rientrato in casa quando il rapinatore era già scappato, liberando la madre e il nonno. Ma il loro racconto traballa, secondo la Procura. Da ieri sono tutti e tre indagati, la figlia per omicidio e il marito e il nipote per favoreggiamento, dopo essere stati sentiti separamente dai carabinieri per 18 ore, anche se il procuratore capo Giovanni Giorgio, che coordina le indagini col pm Vincenzo Carusi, spiega che si tratta di "atto dovuto". Chiusi in albergo, la villetta è sotto sequestro, ribadiscono la loro versione: è stata una rapina. Ieri è stata eseguita l’autopsia.

Ma ci sono riscontri alla versione della rapina? "No comment", rispondono in Procura. Ma ha quasi subito preso corpo l’ipotesi alternativa, l’omicidio maturato in famiglia. Il giorno di Natale i carabinieri hanno interrogato i familiari, rilevando discrepanze nelle versioni, in particolare in quella della figlia. Non solo. Tanti vicini hanno segnalato che Rosina era esasperata dalla convivenza con i familiari che non le lasciavano un euro: il marito ha detto che le dava 10-15 euro al giorno, ma c’è chi assicura di averle dovuto comprare da mangiare.

Sotto choc la piccola comunità di Montecassiano, che piange la sua Rosy e si domanda se ciascuno non avrebbe potuto fare di più per salvarla. "Si sfogava con noi – raccontano i vicini –, parlava di tensioni in famiglia e problemi economici. Avremmo dovuto ascoltarla di più. Da quanto diceva, poteva stare solo in cucina, i familiari le avevano tolto l’auto e non poteva ricevere telefonate. Aveva la passione per i fiori, ma dopo poco che figlia e nipote sono andati a vivere con lei, quel meraviglioso giardino è sparito ed è spuntata una recinzione altissima, che chiamavamo bunker". I cani della famiglia Orazi non hanno abbaiato il pomeriggio della tragedia. Il 19 dicembre, Rosina si era rivolta al centro antiviolenza di Macerata. Aveva parlato di tensioni con la famiglia e chiesto un incontro con un legale. Aveva appuntamento con l’avvocato martedì. Ma non ha fatto in tempo ad andarci.