Mercoledì 24 Aprile 2024

Nelle zone rosse chiusi anche gli asili nido Ecco le norme su asporto, bar e spostamenti

Primo dpcm del premier Draghi all’insegna del rigore. Sfuma l’apertura serale per i ristoranti, qualche spiraglio per cinema e teatri

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di Alessandro Farruggia

Il primo dpcm dell’era Draghi è all’insegna del rigore e della condivisione delle responsabilità. La linea è coniugare il meccanismo a fasce colorate e delle chiusure delle attività a rischio segnando però discontinuità nel metodo di lavoro e varando le prime limitate aperture. Le nuove norme saranno in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, quindi Pasqua compresa. Se ne è discusso in cabina di regia, poi con gli enti locali, tra qualche mugugno. E ha prevalso la linea rigorista, specie sulla scuola, dove si registrano le novità più rilevanti.

Nelle zone rosse saranno automaticamente chiusi gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia e le elementari. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. Nelle zone arancioni e gialle i presidenti delle Regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti, nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni e nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico. Le Regioni avrebbero voluto un meccanismo che non affidasse ai governatori l’onere di chiudere le scuole. Ma è prevalsa la linea del Governo. "Abbiamo scelto una caratterizzazione – commenta il ministro della Salute Roberto Speranza – ancora una volta legata ad un modello scientifico". "La curva – ha proseguito Speranza – dà segnali piuttosto robusti di risalita e facciamo i conti con alcune varianti temibili del virus, . Sul dpcm c’e’ stato un lungo confronto tra Regioni e Cts e il principio guida è quello della tutela della salute. Per questo abbiano confermato il modello di divisione attuale". "C’è un cambio nel metodo – sottolinea però il ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini – perché il dpcm è improntato alla massima condivisione possibile. La risoluzione del Parlamento è la stella polare, poi la condivisione si è estesa a Regioni, Province, Comuni". Speranza e Gelmini hanno promesso che da subito si lavorerà ai ristori per le attività danneggiate e ai congedi parentali retribuiti al 50% in caso di chiusura delle scuole.

Il dpcm conferma fino al 27 marzo (ma probabilmente la data sarà prorogata per includere le festività pasquali) il divieto già in vigore di spostarsi tra regioni, con la solita eccezione degli spostamenti dovuti a motivi di lavoro, salute o necessità. Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5, escluse le zone bianche, nelle quali slitterà alle 23.30. Nelle seconde case potranno recarsi solo nuclei familiari, e solo nel caso che l’abitazione non abbia altri inquilini, se non sono in zona arancione scuro o rossa. Niente da fare (per il disappunto di parecchie Regioni e Comuni) pe rla riapertura dei ristoranti la sera, neppure in zona gialla. Nelle aree rosse, saranno anzi chiusi i servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici. Non riapriranno palestre, piscine, sale gioco, discoteche e impianti sciistici. Vietate le feste.

C’è però anche qualche cauta apertura. In tutte le zone è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di comercio al dettaglio di bevande (ma non, sottolinea palazzo Chigi, dai bar) da non consumarsi sul posto. Una misura che rischia di incentivare la movida. Nelle zone gialle, dal 27 marzo, i musei potranno aprire anche il sabato e nei giorni festivi. Sempre dal 27 marzo, nelle zone gialle si potranno di riaprire teatri e cinema, con posti a sedere preassegnati e capienza al 25%. Un piccolo passo verso una normalità ancora lontana.