Roma, 15 aprile 2024 – Ma cosa significa per l’Italia il “lungo viaggio” della nave russa ‘Maresciallo Shaposhnikov’ della Flotta del Pacifico, entrata nel Mediterraneo con tanto di comunicato stampa del ministero della Difesa di Mosca? Lo abbiamo chiesto a Francesco D’Arrigo, direttore dell’Istituto italiano studi strategici Niccolò Machiavelli.
"Guerra psicologica e pressione sui cittadini europei”
“Questa nave – è l’analisi dell’esperto – rappresenta una forma di pressione verso i cittadini europei. Parliamo di guerra psicologica, la Russia in questa è molto brava”. Non solo. “Le navi russe sono molto più al sicuro nel Mediterraneo piuttosto che nel Mar Nero e nel Mar d'Azov, dove rischiano di essere affondate dalle forze armate ucraine”, osserva il direttore.
La nave e i missili ipersonici
La fregata di Putin è armata con missili ipersonici, “che viaggiano a una velocità pari a 3-5 volte quella del suono - spiega D’Arrigo -. Ma quella nave è monitorata h24 dalle forze italiane e da quelle della Nato”. Lo scenario peggiore è un altro, il pericolo è invisibile. “I missili ipersonici –chiarisce l’analista - sono pericolosi quando partono da quote stratosferiche”.
Lo spettro dei palloni stratosferici
“La Cina – rammenta il direttore – è l’unico paese ad aver sperimentato il lancio di un’arma ipersonica da un pallone stratosferico, che sfugge ai controlli radar”.
Lo spettro dei sommergibili nucleari
Ma, scandisce D’Arrigo, “l’arma più micidiale per il mare, l’allarme vero per l’attacco a obiettivi a terra è il sommergibile. Che svolge un’azione di intelligence e di sabotaggio, quindi spia le comunicazioni e le può anche azzerare. E può sabotare le informazioni che passano dai cavi sottomarini”. In altre parole, “un sommergibile si può avvicinare alla costa di New York, lanciare dei missili balistici come first strike per poi immergersi. Ti accorgi dei missili quando hanno già distrutto la costa. Quella è l’arma più devastante e più invisibile di cui si dispone. I sommergibili nucleari nel Mediterraneo ci sono sempre stati e continuano ad esserci. Possono rimanere immersi per mesi. Per localizzarli, servono strumenti che hanno gli Usa. Quanti sono i sommergibili? Il numero nel Mediterraneo varia ma la Nato e la Marina Militare sono in grado di monitorarli”.
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