Mercoledì 24 Aprile 2024

Mottarone, perizia choc "Cavo già usurato al 68%"

Nel video dei giorni precedenti si ascolta il rumore dei fili che si spezzano. Gli esperti: "Manutenzione e norme di sicurezza avrebbero evitato la caduta"

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di Andrea Gianni

Un rumore anomalo, che i periti indicano come un tleng, si avverte distintamente nelle registrazioni dell’8 maggio, all’arrivo della cabina 3 nella stazione Mottarone fra le 15 e le 16. Lo stesso suono si sente "nei giorni precedenti l’incidente", e anche il 23 maggio dell’anno scorso "durante lo spezzone di video che riprende tra le 9 e le 10" le corse della cabina che sarebbe precipitata a mezzogiorno. Il suono di una tragedia annunciata, perché i tleng possono essere "le marcature sonore della rottura di alcuni fili che componevano la fune prima del collasso finale", quindi una "testimonianza che il lento processo di rottura progressiva dei fili (...) procedeva già da tempo ancor prima del 23 maggio 2021". Non una rottura improvvisa, ma un lento deterioramento che normali controlli avrebbero potuto individuare in tempo. I risultati delle perizie disposte dal gip di Verbania Annalisa Palomba sulle cause dell’incidente sulla funivia Stresa-Mottarone, che ha provocato la morte di 14 persone e un solo sopravvissuto, il piccolo Eitan, sono un duro atto d’accusa: segnali d’allarme inascoltati, controlli assenti e la disattivazione dei freni d’emergenza, contraria a ogni norma, che al momento dell’incidente ha impedito di "bloccare in sicurezza la cabina sulla fune portante" per evitare la caduta.

La funivia è precipitata "a causa del degrado della fune" traente, hanno messo nero su bianco i periti guidati dal professor Antonello De Luca: "In corrispondenza del punto di rottura il 68% circa dei fili presenta superfici di frattura che testimoniano una rottura per faticacorrosione ragionevolmente antecedente la precipitazione". E una "corretta attuazione dei controlli avrebbe consentito di rilevare i segnali del degrado e sostituire la testa fusa". Ispezioni (sono 14 le persone indagate, fra gestori e responsabili sicurezza) che "negli ultimi mesi non sono state effettuate" e di cui non c’è traccia nei registri. Violazioni anche nella conservazioni dei dati nella scatola nera. Tra l’8 e il 23 maggio, tra l’altro, la cabina 3 ha effettuato 329 corse con i freni disattivati. Il semplice rispetto delle norme e anche solo dei "principi di diligenza e prudenza" avrebbe salvato 14 vite. "La tragedia poteva essere evitata – spiega la sindaca di Stresa Marcella Severino –, speriamo che chi ha sbagliato ne risponda".