Mercoledì 24 Aprile 2024

Morte di Martina Liberi i condannati Al lavoro nelle aziende di famiglia

Arezzo, Albertoni e Vanneschi (colpevoli di tentata violenza) di giorno potranno uscire dal carcere. Stanno scontando tre anni. I genitori della studentessa: "Loro fuori, noi per sempre all’ergastolo"

di Federico D’Ascoli

Ci sono genitori che lavoreranno accanto ai figli e di sera li riaccompagneranno in carcere. E ci sono genitori che la figlia non la rivedranno mai più.

"Loro già escono di galera ogni giorno, noi siamo invece condannati all’ergastolo: Martina non ce la ridarà più nessuno", sospirano i genitori di Martina Rossi, la studentessa genovese precipitò da un balcone d’albergo a Palma di Maiorca nel 2011.

Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi erano nella stessa stanza di Martina e sono stati condannati a tre anni per aver tentato di violentarla prima della caduta che ha incrociato i loro destini.

Dopo undici anni, i due di Castiglion Fibocchi, Arezzo, si sono costituiti nel carcere cittadino, dopo un anno esatto dalla sentenza di Cassazione. Avevano chiesto di essere affidati in prova ai servizi sociali, misura che è stata negata. Sfrutteranno invece la semilibertà: di giorno lavoreranno nelle aziende di famiglia e di sera torneranno dietro le sbarre.

"Non hanno mai chiesto scusa, né si sono mai pentiti", ricordano, nel loro dolore infinito, Bruno Rossi e Franca Murialdo che si sono battuti per anni per far riaprire in Italia il caso che la Spagna aveva archiviato come un suicidio. "La nostra Martina è morta a causa del loro comportamento. Una condanna a tre anni è il minimo sindacale della giustizia" attaccano i due genitori.

I coniugi Rossi, all’inizio di settembre, avevano contestato la Stella del Coni al merito assegnata ad Albertoni per essere diventato campione italiano di motocross. Il Comitato olimpico aretino si scusò e annullò la consegna, dopo l’immediato intervento del presidente nazionale Giovanni Malagò.

Il caso di Martina Rossi ha visto la giustizia italiana pronunciarsi per ben cinque volte, dopo la frettolosa archiviazione spagnola. In primo grado, il tribunale di Arezzo condanna Albertoni e Vanneschi a 6 anni di reclusione. La decisione viene ribaltata dalla Corte d’Appello di Firenze, che li assolve con la formula "il fatto non sussiste".

La Cassazione annulla e decide che il processo d’Appello vada rifatto. A Firenze arriva la condanna a tre anni solo per il tentativo di stupro, confermata dalla Suprema corte. A un anno dalla sentenza definitiva è arrivata la semilibertà che riapre l’immensa ferita di chi ha perso una figlia.