Venerdì 26 Aprile 2024

Milano, la città zero-smoking Lo stop è ovunque, le multe no

Nel capoluogo lombardo è scattato a fine 2021 il divieto anche all’aperto. Ma le sanzioni sono pochissime

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di Massimiliano Mingoia

Il divieto c’è, le multe non sono pervenute. La battaglia di Milano contro il fumo di sigarette all’aperto registra esiti contraddittori. Certo, il Comune guidato dal sindaco Giuseppe Sala ha preso sul serio l’obiettivo di limitare le “bionde“ nei luoghi pubblici, tanto che il 19 novembre 2021 è scattato il divieto di fumo alle fermate dei mezzi pubblici, nei parchi, nelle aree cani, nei cimiteri, negli stadi e nelle strutture sportive. Un divieto con un’eccezione: è possibile fumare all’aperto se ci si trova in luoghi isolati, ma va comunque rispettata la distanza di 10 metri dalle altre persone.

In ogni caso un passo avanti anti-sigarette, il divieto milanese, rispetto alla legge Sirchia che da vent’anni a questa parte vieta il fumo nei locali pubblici chiusi. Ma la crociata anti-sigarette “alla meneghina“ ha avuto finora un’applicazione molto soft: punta più sulla moral suasion dei fumatori impenitenti che sulle sanzioni da 40 a 240 euro fissate nel Regolamento comunale per la qualità dell’aria. Una prova di questa applicazione morbida, anzi morbidissima? Più di un anno dopo l’applicazione del divieto, Palazzo Marino – in particolare l’assessorato alla Sicurezza che si occupa di multe – non fornisce il dato delle sanzioni anti-fumo all’aperto dal 19 gennaio 2021 a oggi. La motivazione: il divieto ha più una funzione di disincentivo ai fumatori e un messaggio educativo per chi frequenta gli spazi pubblici sopra indicati. Insomma, le sanzioni possono attendere. In ogni caso l’amministrazione comunale conferma che dal 1° gennaio 2025 il divieto di fumo sarà esteso a tutte le aree pubbliche all’aperto.

L’assessore comunale alla Sanità Lamberto Bertolè fa il punto della situazione, partendo dalla “ricorrenza’’: "Vent’anni fa la legge Sirchia sembrava un cambiamento radicale del modo di vivere degli italiani, oggi invece sembra impossibile che prima si potesse fumare nei ristoranti, nei cinema o nei bar. Le abitudini possono e devono cambiare". Per quanto riguarda il divieto milanese di fumo all’aperto, l’assessore sottolinea che "l’idea è che si debba lavorare non solo sulla cura per preservare la salute dei cittadini, ma su ciò che determina le condizioni di benessere delle persone. Sappiamo quanto il fumo sia nocivo e rischioso per se stessi e per gli altri. Promuovere politiche di prevenzione, dunque, deve essere il compito delle istituzioni. Milano ha preso questa direzione. Le sanzioni dei divieti di fumo all’aperto? Non sono una priorità. La prima cosa è affermare un principio e sensibilizzare i cittadini su questo tema".

In uno dei luoghi dove è scattato il divieto, lo stadio di San Siro, in pochi lo rispettano. Servono controlli più rigidi? "Sì, condivido. Chi fuma non deve mettere a rischio la salute di chi siede vicino a lui. Dunque bisogna far rispettare quel divieto di fumo negli spazi dove non c’è la possibilità di spostarsi e stare lontani da chi fuma". Bertolè, infine, lancia un allarme: "Mi preoccupa la percentuale ancora alta di ragazzi che cominciano a fumare. Bisogna lavorare molto sui più giovani per evitare che ciò accada. Il Comune lo sta facendo insieme ad alcune associazioni, ad esempio la Lilt".