Venerdì 26 Aprile 2024

Medvedev svela l’anima di Putin "Odio gli occidentali, degenerati"

Colomba e liberale quando era presidente, cerca di ritrovare il consenso di Vladimir per tornare in auge

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di Alessandro Farruggia

La convocazione alla Farnesina dell’ambasciatore russo in Italia Razov è giusto di 24 ore prima. Ed è scivolata come acqua fresca sul Cremlino dato che a stretto giro Dmitri Medvedev, ex presidente dal 2008 al 2012 della Federazione Russa dal 2008 al 2020 primo ministro e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo – uno dei nuovi falchi dell’entourage di Vladimir Putin – ha sparato ad alzo zero contro l’Occidente tutto. "Li odio. Sono bastardi e degenerati. Farò di tutto per farli sparire". Parole inaudite che hanno scatenato altrettanto dure reazioni, specialmente in Italia, a cominciare da quella del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che le giudica "gravissime e pericolose" perché "allontanano la pace".

Medvedev vede solo una pace, quella che arriva con la sconfitta dell’Ucraina e la "normalizzazione" di Kiev. "Mi viene spesso chiesto perché i miei post su Telegram – ha scritto sul social media russo – sono così duri: la risposta è che li odio. Sono dei bastardi e degenerati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. Finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire". Medvedev, quando si alternava con Putin alla guida della Russia, era considerato – nei limiti del possibile – una “colomba“, e specialmente negli anni della presidenza fu dialogante e cautamente ma abbastanza stabilmente riformatore. Ma ora svela la vera anima di Putin. Gli viene riconosciuto il tentativo di rendere l’economia russa meno dipendente da gas e petrolio, la campagna contro la corruzione che portò ad intervenire nelle forze di polizia e ad una stretta legislativa. E poi la firma il trattato New Start, con gli americani, che nel 2010, dopo la guerra tra Russia e Georgia del 2008, voleva rappresentare il tanto atteso “reset“ nelle relazioni tra Est e Ovest.

Liberale, forse troppo per lo Zar. E così, da quando è stato relegato al ruolo quasi simbolico di vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Medvedev ha fatto un “reset“ di se stesso e ha messo in atto una metamorfosi che l’ha portato a scavalcare in durezza lo stesso Putin, probabilmente per recuperane i favori. E, appunto, a svelarne la vera anima. E pazienza per la comunità internazionale alla quale Medvedev riserva sganassoni. Per dire, giusto 24 ore prima aveva salutato così le sanzioni europee: "Le sanzioni sono idiote, non c’è modo di fare a meno del nostro petrolio. Gli imbecilli europei nel loro zelo hanno dimostrato ancora una volta di considerare i propri cittadini, i propri affari come nemici non meno dei russi". Sino a punto Vladimir Putin condivide? Non lo sappiamo, ma di sicuro non lo sconfessa, segno che usa Medvedev come un ariete.

Le proteste dell’occidente contro Medvedev fioccano copiose da mesi. "Sono parole inaccettabili, che ci preoccupano fortemente – replica Luigi Di Maio. – Non è un segnale di dialogo, non è un’apertura verso un cessate il fuoco, non è un tentativo di ritrovare la pace, ma sono parole inequivocabili di minaccia verso chi sta cercando con insistenza la pace. Secondo il capo della Farnesina, "è doveroso smettere di alimentare tensioni con provocazioni e minacce, ribadisco: per arrivare alla pace non basta l’apertura dell’Ucraina e la spinta della comunitaà internazionale, ma serve la Russia e la volontà di dialogo di Putin. Queste affermazioni, invece, non lasciano dubbi e allontanano da parte russa la ricerca della pace e danno linfa a una campagna d’odio contro l’Occidente". Funzionale all’ambizioso disegno “imperiale“ di Putin.