Venerdì 26 Aprile 2024

Maxi rogo al porto. "Ancona sembrava Beirut"

Il sindaco chiude scuole e parchi, il rischio nube tossica. Pompieri da tutta la regione: oltre dieci ore per spegnere le fiamme

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di Pierfrancesco Curzi

Prima una vampata di fuoco, che si è allargata rapidamente, poi boati e una colonna di fumo nero che si è diffuso nel centro di Ancona dove è rimasto per ore. È stata una notte di terrore, quella di ieri, illuminata a giorno dalle fiamme. "Sembrava Beirut, ho creduto di morire, di saltare in aria", ha raccontato un testimone. Eppure poteva andare peggio: non ci sono vittime, né feriti o intossicati. Le fiamme, di cui non si conosce ancora l’origine e sulle quali cercherà di far luce la procura, si sono propagate su una superficie di circa 4 ettari, su un’estensione complessiva 6 ettari dell’area, di proprietà del Demanio Marittimo dello Stato e gestita dall’Autorità di sistema portuale. Al momento si tende ad escludere l’atto doloso, mentre prende piede l’ipotesi di un corto circuito. Intanto Valeria Mancinelli, sindaco del capoluogo marchigiano, con un’ordinanza-lampo emessa ieri all’alba, ha chiuso le scuole di ogni ordine e grado, compresi i nidi, i centri diurni per disabili e i parchi urbani. Ieri sera la conferma dell’ordinanza anche per oggi con l’aggiunta di una serie di consigli alla popolazione: uscire il meno possibile, non fare sport all’aperto, lavare infissi, balconi e terrazzi con acqua ed evitare i vegetali a foglia larga per qualche giorno. "Abbiamo preso misure in forma assolutamente precauzionale per evitare rischi, ma la situazione di allarme in città è rientrata rispetto alla mattinata – ha detto il sindaco a margine della riunione del Coc, il coordinamento operativo comunale –. Ancona non è Chernobyl, ma apettiamo i risultati delle analisi dell’aria".

Stamattina arriveranno quelli più delicati, sulle sostanze emesse nell’atmosfera dal poliuretano (cataste di gommapiuma pressata), nei prossimi giorni quelle sulle diossine e sulle polveri sottili Pm1, mentre è stata esclusa la presenza di amianto: "Non possiamo escludere in questo momento la totale assenza nell’atmosfera di acido cianidrico – ha confermato Giancarlo Marchetti, direttore dell’Arpam –. L’unico dubbio legato alla tossicità del fumo prodotto dalla combustione del materiale stoccato nel deposito è proprio questo. La possibile presenza di acido cianidrico ci preoccupa un po’, ma siamo ottimisti". Anche il ministro dei trasporti Paola De Micheli ha effettuato un sopralluogo per rendersi conto di quanto accaduto. Le operazioni di spegnimento sono state molto complesse e fino a ieri sera tardi i vigili del fuoco, intervenuti con squadre da tutta la regione, non erano ancora riusciti a domarlo del tutto. Elevato il rischio di crolli della struttura carbonizzata.

Il capolavoro i vigili del fuoco lo hanno compiuto nelle prime tre ore di sfogo dell’incendio, quando sono riusciti ad arginare il fronte. Le fiamme stavano per aggredire la centrale termoelettrica che alimenta la zona industriale del porto, un distributore di metano e una azienda che si occupa dello stoccaggio di gas tecnici piena di bombole. Quelle di acetilene che si trovavano nel deposito invece sono esplose durante la notte con boati sordi che hanno messo in ansia tutta la città. Soltanto quando i vigili avranno messo in sicurezza l’area sarà possibile cercare indizi sulle cause dell’incendio.