Mercoledì 20 Agosto 2025
REDAZIONE CRONACA

Caso Maugeri, ex assessore: "Villa a tre milioni pareva favore a Formigoni"

In aula, oggi, Massimo Buscemi, marito della figlia del mediatore di affari Pierangelo Daccò. L'ex assessore ha risposto alle domnde, limando la versione data alla Procura nell'interrogatorio dell'ottobre 2012

Roberto Formigoni

Milano, 29 gennaio 2015  - Continua il processo sul caso Maugeri, a carico dell'ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni, dell'ex assessore lombardo Antonio Simone, del mediatore di 'affari' Pierangelo Daccò e altre persone. Oggi, in aula, convocato come teste, l'ex assessore regionale Massimo Buscemi che ha spiegato: "Quello non era il momento  di vendere ad Alberto Perego la villa ad Arzachena, in Sardegna, per 3 milioni, cifra ben più bassa rispetto alla valutazione di due anni prime per via della crisi del mercato, in quanto poteva sembrare un favore a Formigoni, vista la loro vicinanza"

Buscemi, marito di Erika Daccò, figlia appunto di Daccò, durante il suo esame, tra momenti di tensione con il pm Antonio Pastore e un paio di richiami da parte del Tribunale che lo ha invitato a "dire la verità", ha risposto alle domande, limando la versione data alla Procura nell'interrogatorio dell'ottobre 2012, sia sulla vendita del lussuoso immobile a Perego a un prezzo, per gli inquirenti, stracciato da parte della 'Limes', società del suocero, sia sul colloquio delicato con Formigoni e da lui registrato, nel febbraio di tre anni fa, con il cellulare nascosto in tasca e, quindi, ad insaputa dell'allora presidente della Regione. In quel dialogo registrato da Buscemi con il telefonino nell'ufficio di Formigoni dopo la revoca delle deleghe, l'ex assessore aveva detto al Governatore: "3 milioni contro 9 di valore commerciale! No guarda, Roberto, siamo nella m... fino a qua!! E tu forse non te ne stai accorgendo o fai finta di non accorgertene". Alla richiesta del pm Pastore di spiegare queste parole - il passaggio è stato riletto in aula - Buscemi ha replicato "Fu una battuta stupida, infelice, perchè in quel momento c'era tensione con il Presidente, ma non è frutto di calcolo".  E confermando di aver discusso con la moglie del prezzo della villa, dicendo che "la mia supposizione è che quella casa valesse di più" in quanto "un paio di anni prima era stata messa in vendita a 5 o 7 milioni" ma poi il "valore di mercato era crollato", ha corretto il tiro rispetto al verbale reso nell'autunno del 2012 agli inquirenti. Verbale che gli è stato contestato in più punti provocando la reazione di Buscemi che ha riferito di "uno scontro violentissimo" con uno dei pm che allora lo stava ascoltando e che quindi le risposte date "erano frutto di tensione e stanchezza". 

Del motivo della 'intercettazione', poi non usata («l'ho cancellata»), del dialogo con Formigoni ha affermato di aver "registrato quella conversazione perchè ho voluto metterlo davanti alle sue responsabilità in quanto non mi fidavo di quel che mi diceva" e ha precisato di aver tirato fuori la storia della villa e del suo valore "perchè per noi, per la mia famiglia, quello era un momento difficile, gli ho ricordato tutti i sequestri, anche del conto della nonna, e quindi nella foga del discorso gli ho rammentato anche questo", cioè il prezzo della villa. La cui vendita a Perego, a dire di Buscemi, poteva sembrare "un favore a Formigoni". Perego nel 2011 comprò l'immobile di 13 vani in parte smobilizzando alcune polizze e in parte con il milione di euro bonificatogli da Formigoni con la causale "mutuo concordato". Per l'accusa il 'super sconto' effettuato fa parte delle presunte illecite retribuzioni, anche sotto forma di benefit e vacanze gratis, versate da Daccò affinchè in Giunta fossero adottati provvedimenti a favore della Fondazione Maugeri.