Giovedì 25 Aprile 2024

Matteo Salvini Ruolo chiave per il Pnrr Vigilerà sugli sbarchi

di Antonio Troise

ROMA

Certo, fosse stato per lui (e senza fare i conti con la Meloni e il Quirinale), si sarebbe di nuovo intestato le grandi battaglie sulla sicurezza e la lotta contro l’immigrazione irregolare dalla tolda di comando del Ministero dell’Interno. Ma quando Matteo Salvini ha capito che quella strada era impraticabile per un suo impegno diretto, ha subito messo gli occhi su Infrastrutture e Trasporti. Per tentare, proprio dallo storico dicastero di piazzale Porta Pia, la sua rimonta politica, dopo il brutto risveglio al di sotto del 9%, così lontano dalle Europee che avevano portato la Lega al risultato record del 35%. E, per mandare subito un segnale a chi ha interpretato la sua nomina come una sorta di ripiego, ha rilanciato subito su uno dei cavalli di battaglia dei governi di centrodestra, il Ponte sullo Stretto. "È tra i miei obiettivi ed è negli interessi di tutti gli italiani. Se dopo cinquant’anni riuscissimo a far partire i cantieri, sarebbe eccezionale". Poi, per marcare i suoi temi più tradizionali, non è mancata l’esternazione sulla droga: "Noi siamo qui per estendere i diritti a chi non li ha, senza togliere niente a nessuno. Certo io ritengo che il diritto a drogarsi non sia un diritto e per quanto m riguarda ogni tipo di droga va combattuta". Infine, la stoccata sul reddito di cittadinanza: "Estendere la riduzione fiscale per i giovani che mettono piede nel mondo del lavoro, rivedendo il reddito di cittadinanza: così com’è stato strutturato, disincentiva il lavoro".

Per la verità, le chances per un ritorno in grande stile del leader del Carroccio sulla scena del governo ci sono tutte. In primo luogo il Ministero che guiderà ha, fra le sue competenze, anche la vigilanza su Capitanerie e porti. Ora, da ministro delle Infrastrutture, avrà l’ultima parola sul tema della chiusura degli scali alle Ong che raccolgono i migranti nel Mediterraneo. E, questa volta, non dovrà neanche temere accuse di abuso di potere. È il codice della Navigazione, all’articolo 33, ad affidargli anche questa funzione.

Ma c’è di più. La poltrona delle Infrastrutture è strategica anche in chiave economica. Sulla sua scrivania passeranno, infatti, oltre 25 miliardi della dote del Pnrr, circa il 10%, con interventi fondamentali per rimettere in marcia il sistema produttivo. Per non parlare, poi, dalla ricchissima dote di appalti gestiti dalle Ferrovie, azienda da sempre sotto il controllo del Mit. Insomma: un posto-chiave anche per riallacciare i rapporti con il mondo imprenditoriale del Nord-Est, da sempre bacino di riferimento della Lega di "lotta e di governo". E non c’è dubbio che, con Salvini alle infrastrutture, potrebbe definitivamente essere messa da parte quella cultura dei veti e dei "no" a priori che hanno rallentato da sempre la realizzazione delle grandi infrastrutture.