Covid, Mattarella sulle altre malattie: "Non vanno in lockdown"

Il capo dello Stato interviene all'iniziativa 'I Giorni della ricerca'. "Il Coronavirus sarà sconfitto dalla ricerca. Vaccino, no egoismi nazionali"

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Roma, 26 ottobre 2020 - L'importanza della ricerca per sconfiggere il Covid e un monito a tenere alta l'atenzione anche alle altre malattie che "non vanno in lockdown". Lo ha detto il presidente della repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia di celebrazione de "I Giorni della Ricerca", iniziativa promossa dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) che si svolge al Quirinnale.

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Il capo dello Stato affronta uno dei temi spinosi che tornano di stretta attualità in questi giorni segnati dall'aumento dei ricoveri e dagli ospedali che di conseguenza vanno in sofferenza. "Le altre patologie - ammonisce Mattarella - non sono finite in lockdown. Troppi screening e cure sono rinviati per terapie che, come i tumori, non consentono pause e sospensioni. Sono le generazioni più anziane a pagare il prezzo più alto alla diffusione del nuovo virus e rischiano, quegli stessi anziani, di essere penalizzati dal rallentamento delle cure per altre patologie".

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Per il presidente "il Covid sarà sconfitto dalla ricerca di terapie sempre più efficaci, dal vaccino. Dovremo ovviamente aiutarla ed aiutarci con l'efficienza della organizzazione sanitaria, la prevenzione e la precauzione, la solidarietà verso chi ha bisogno di cure". E ancora: "Il vero nemico di tutti e di ciascuno è il virus. Il responsabile di lutti, di sofferenze, di sacrifici, di rinunce, di restrizioni alla vita normale è il virus".

Dal capo dello Stato parte poi un'invito ad agire insieme: "La ricerca è gioco di squadra, va tenuto a mente in questo momenti di emergenza mondiale, è bene che le squadre non competano ma dialoghino scambiandosi intuizioni, informazioni e studi, è tempo di collaborazione e alleanza globali, non di barriere o egoismi, di condividere impegni e conoscenze come sofferenza e responsabilità. Il vaccino sia a disposizione di tutti senza discriminazione alcuna. Deve essere globalmente accessibile. È la nostra convinzione che proviene dalla nostra cultura e civiltà".

E sulla ricerca non nasconde i ritardi italiani: "Per la ricerca scontiamo ritardi e carenze che hanno fatto andare all'estero tanti ricercatori italiani. Ma abbiamo tante forze umane. Nell'oncologia l'Italia è eccellenza mondiale. Dobbiamo investire ancor di più in ricerca per ampliare le strutture. La ricerca vincerà sulla pandemia".