Venerdì 26 Aprile 2024

Maestra travolta dal treno La pm: istigata al suicidio

Il grido della famiglia: "Raffaella non si è uccisa, guardate il video alla stazione". Il caso stava per essere archiviato, ora si va verso la riesumazione della salma

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Istigazione al suicidio. La procura di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un fascicolo, per ora senza indagati, per la morte di Raffaella Maietta, 55 anni, insegnante di sostegno in una scuola elementare di Napoli, che il 5 maggio e’ morta travolta da un treno nella stazione ferroviaria di Marcianise, nel Casertano. Il marito, Luigi, 68 anni, operaio in una ditta edile, e i figli, Tommaso e Katia, 30 e 28 anni, entrambi insegnanti nel nord Italia, l’uno a Lodi e la seconda a Firenze, hanno raccontato ai magistrati samaritani che per loro che la mamma si sia distratta o suicidata non sarebbe plausibile, aggiungendo una loro versione dei fatti. Il pubblico ministero, Gerardina Cozzolino, ha disposto il sequestro del telefono cellulare e sta valutando la riesumazione della salma. Si cerca di arrivare agli ultimi contatti della donna, anche lavorativi.

La famiglia, assistita dagli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo, vuole comprendere cosa sia realmente accaduto quella mattina in stazione e soprattutto perché Raffaella abbia deciso di attraversare i binari; la donna lo ha fatto una prima volta e poi le urla delle persone presenti sulla banchina l’hanno indotta a tornare indietro, ma poi ha ripetuto lo stesso gesto e a quel punto non c’e’ stato scampo. E su questo ci sarebbe un video già nelle mani degli inquirenti. In seguito alle prime indagini della Polizia Ferroviaria, sembra che la 55enne si sia suicidata, tanto che lo stesso sostituto della Procura Gerardina Cozzolino, che ha aperto un fascicolo, ha dato subito il nulla osta per i funerali - svoltisi il giorno dopo - ritenendo non necessaria l’autopsia. "Come ogni mattina - racconta Luigi - sono uscito alle 6.30 per andare a lavorare e Raffaella era tranquilla". Poi però qualcosa deve essere accaduto visto che la donna ha parlato via chat con il figlio per pochi minuti, quando solitamente si trattiene mezz’ora. Raffaella frequentava lo studio medico di un noto neurologo casertano. La donna soffriva di crisi d’ansia e assumeva un farmaco che la teneva tranquilla. un banale ansiolitico, assicura però il marito. L’indagine è alle fasi iniziali: il medico che aveva in cura la 55enne è già stato ascoltato, così come è stata raccolta la testimonianza della collega che ogni mattina viaggiava con lei per andare a scuola.