di Giampaolo Pioli "Se la Russia invade ulteriormente l’Ucraina, noi siamo pronti, tutta la Nato è pronta" a reagire e ci saranno "conseguenze rapide e severe". A partire dalla chiusura del Nord Stream 2: "Prometto che il gasdotto chiuderà". Parole e musica del presidente americano Joe Biden (che arriva pure a offrire il gas americano, se Putin dovesse tagliare le forniture all’Europa), il cui monito irrompe al termine di una giornata in cui la diplomazia aveva dominato pur senza arrivare a soluzioni definitive. In mattinata, il lungo tavolo bianco anti Covid che separava al Cremlino la posizione di Vladimir Putin da quella di Emmanuel Macron seduti ai due estremi, durante il loro lungo (cinque ore) e intenso incontro sulla crisi in Ucraina, alla fine non si è simbolicamente accorciato. Le posizioni non si sono ravvicinate, ma nemmeno allontanate: Putin giura di essere "disposto a fare di tutto per trovare compromessi, non vogliamo la guerra" e Macron assicura di aver trovato "elementi di convergenza" col presidente russo. Ogni giorno che passa in negoziati sembra comunque allontanare il rischio di un’invasione che gli americani si ostinano a definire "imminente". Per molti, Putin non ha ancora deciso e cerca piuttosto una strategica via d’uscita che porti Mosca a ottenere "solide e scritte garanzie" su "un arresto dell’espansione della Nato verso i confini russi" e rimetta al tavolo del negoziato Kiev e Mosca per trovare un’intesa nel Dombass, dove la minoranza filo-russa vorrebbe tornare sotto l’ombrello militare russo. In assenza di un difficile accordo sull’autonomia della regione, spunta in queste ore l’ipotesi di una soluzione “finlandese“ anche per l’Ucraina: far restare neutrali le ex repubbliche baltiche, lasciandole fuori dalle alleanze strategiche e militari a Est e Ovest. E mentre il presidente americano Joe Biden s’incontrava col cancelliere Olaf Scholz, Macron tirava le somme del summit ...
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