Giovedì 25 Aprile 2024

L’Unione deve diventare indipendente

Gabriele

Canè

Ci mancava solo il Qatar. Non quello scintillante del mondiale che da oggi comincerà a smontare i suoi stadi usa e getta. No, il Qatar opaco dei lavoratori schiavi, del fondo sovrano con un portafoglio di investimenti globali valutato in 320 miliardi di dollari, terzo produttore al mondo di gas. Il Qatar che avrebbe prezzolato Panzeri e compagni (tanti, multicolori) per tenere lustra la sua immagine, coprire le magagne, e che ora si offende perché il Parlamento europeo chiude le porte ai suoi rappresentanti e congela i progetti con Doha. È indignato, il Qatar, per queste sanzioni a inchiesta appena avviata, e chiarisce: "Tutto ciò potrà avere un effetto negativo sulla cooperazione in materia di sicurezza regionale e globale... sulla scarsità energetica". Tradotto in europeo: attenti, chiudiamo i rubinetti del gas, e magari apriamo quelli dei dollari a chi può minare la vostra stabilità. Forse non succederà, ma la fiche è stata giocata, pesante. L’ennesima. Perché sul tavolo ricco e fragile delle democrazie continentali e occidentali picchiano oramai con il pugno di ferro tutti i regimi forti e illiberali, quelli a cui abbiamo delegato la sopravvivenza energetica e il supporto alla crescita tecnologica. La Russia del gas in risposta alle sanzioni, la Cina dei componenti chiusa nel suo infinito lockdown, e ora il Qatar offeso perché i suoi lobbisti non possono più accedere al luogo in cui operano i possibili corrotti. Assediata nella sua cittadella, l’Europa si interroga: che fare? Semplice, quello che ha cominciato faticosamente a costruire con il Covid: una maggiore indipendenza energetica e tecnologica, nostra e di quell’area minoritaria nel mondo costituita dalle democrazie liberali. Che può e deve dialogare con emirati e regimi vari senza paura di embarghi e ricatti. Essendo nelle condizioni di badare in gran parte a se stessa.