Venerdì 26 Aprile 2024

Luce e gas, bocciati i contratti al telefono

L’Antitrust: "Serve la firma, il consenso a voce non basta. Bisogna frenare le attivazioni ingannevoli". I consumatori: "Una svolta epocale"

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di Luca Bolognini

Non c’è accento svedese che tenga. Quando un cacciatore telefonico di nuovi contratti per utenze luce e gas ci ha messo nel mirino, è difficile non farsi almeno tentare da quell’imperdibile offerta (sempre valida ancora per poche ore) che promette di farci risparmiare una montagna di soldi in cambio di un ‘Sì’ scandito alla cornetta. E fingere una cadenza scandinava, come faceva Fantozzi per ingannare il proprio superiore, non è di grande aiuto. Ma per i Buffalo Bill del telemarketing l’Antitrust sta preparando una brutta sorpresa. Roberto Rustichelli, il presidente dell’Autorità, in audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti ha auspicato che "il vincolo contrattuale sorga solo a seguito della conferma dell’offerta, da parte del consumatore, per iscritto". Questo significa che per far partire il nuovo contratto, oltre alla conferma telefonica, servirà anche la nostra firma.

"Sarebbe una svolta epocale. Al momento – spiega Guido Ghezzi dell’associazione consumatori Avvocati al tuo fianco – un contratto viene ritenuto valido appena viene data l’accettazione via telefono". La chiamata, quando si stipula un’intesa di questo tipo, viene registrata e all’utente sono forniti tutti i dettagli dell’offerta. Il gestore è obbligato a riversare il contenuto audio su un supporto multimediale che deve essere sempre disponibile nel caso in cui il cliente ne faccia richiesta. Ma ci sono diverse società che pur di vendere non sempre giocano pulito. "Ci sono operatori che si spacciano per dipendenti della società che già ci fornisce luce e gas. Dicono di offrire solo una tariffa migliore. Fino a questo momento – fa notare Ghezzi – nulla viene registrato. Solo quando decidiamo di aderire, ci viene chiesto il consenso per memorizzare la telefonata". A questo punto scatta la trappola: parlando alla velocità di Alessandro Bergonzoni viene dettagliata l’offerta e sono raccolti i nostri dati. E il fatto che stiamo stipulando un contratto con un’altra società passa inosservato.

"Le persone anziane – continua Ghezzi – sono le vittime preferite, ma non ci sono solo loro. Il diritto di recesso per questo tipo di contratti telefonici è quattordici giorni, ma quasi sempre ci si accorge che si è firmato per un’altra società quando arriva la prima bolletta e i termini sono già scaduti. Per tornare al vecchio operatore, a seconda delle clausole, si possono spendere fino a 300-400 euro".

Essere obbligati a firmare un contratto, dopo aver dato l’assenso telefonico, dovrebbe ridurre il numero di attivazioni ingannevoli e non richieste. "In caso di dubbi si può richiedere il parere a persone esperte, che possono aiutarci a capire se l’offerta che stiamo sottoscrivendo sia effettivamente vantaggiosa. Anche se – conclude Ghezzi – moltissimi clienti non leggono i contratti che poi firmano".