Giovedì 25 Aprile 2024

Londra punta sul riarmo Mossa sensata

Mario

Arpino

La proposta di bilancio della Difesa presentata dal premier Boris Johnson (BoJo) alla Camera dei Comuni ha destato scalpore. Molto meno tra gli addetti ai lavori e gli osservatori internazionali, che in questo poco decifrabile periodo si attendono qualcosa di simile anche da parte di altri attori globali. In ogni caso,

un investimento extra in armamenti e tecnologie di 16,5 milioni di sterline, per UK è senz’altro il record negli ultimi trent’anni. Soprattutto se si considera che al congresso del suo partito BoJo aveva già

annunciato uno stanziamento di 160 milioni per rendere la Gran Bretagna la capitale mondiale dell’energia

verde.

"Il vento sarà per noi quello che per l’Arabia è il petrolio". Corsa agli armamenti e corsa al verde sono due attività che si sposano con difficoltà. Qualche perplessità è legittima. Più interessante, invece, è cercare di capire le vere motivazioni dell’annuncio. Possono essere di natura geopolitica, ma anche di prestigio nel dopo-Brexit, o semplicemente di competizione con l’asse franco-tedesco.

In precedenza, in materia di Difesa, l’asse era stato franco-britannico (accordo di Saint Malo), ormai

frantumato, ed ora ucciso dal colpo di grazia inferto dalla disputa sul caccia di sesta generazione. Anche le

elezioni negli Usa forse pesano sul BoJo-pensiero. Una leadership nella Nato, delegata da un Joe Biden che

negli Stati Uniti d’America si troverà affaccendato nel sociale, sarebbe per il Regno Unito un buon ritorno di credibilità globale, oggi in ribasso per tutto l’Occidente. E sarebbe anche uno smacco per il presidente francese Macron, che si dovrebbe consolare con la tanto agognata leadership del molto improbabile esercito europeo. Mala tempora currunt. La maggiore assertività russa e lo spostamento del baricentro globale per effetto della crescita cinese non promettono nulla di buono. Nel dubbio su cosa farà Biden, Boris Johnson potrebbe avere visto lontano.