Mercoledì 24 Aprile 2024

L’omicidio di Alatri Il ragazzo superstite "Agguato razzista Andate a denunciare"

L’amico ucciso al posto suo, Omar si sfoga: io, solo come un cane

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di Giulia Prosperetti

"Siamo riusciti a trovare sempre un modo per passare del tempo insieme dato che quel paese non ci dava niente". Sono le parole che Omar dedica al suo amico, "fratello", Thomas Bricca in una delle tante ‘storie’ su Instagram in cui ripercorre la sua amicizia con il 18enne di Alatri ucciso con un colpo di pistola alla fronte il 30 gennaio scorso. Giornate trascorse per strada tra scherzi, musica trap e qualche canna. Un contesto in cui da una risposta sbagliata sarebbe nata una faida tra ‘gang’.

Una ‘guerra’ in cui Thomas, definito "l’amico di tutti", e parte di una comitiva multietnica – composta da ragazzi italiani, egiziani, marocchini e molti rifugiati – potrebbe essere finito per sbaglio. "Volevano uccidere me non Thomas. È iniziato tutto per razzismo". Questa la verità che il giovane di origine marocchina, figlio di un venditore ambulante, ha raccontato dal suo profilo social, e che ora si appella al paese, a tutti affinché vadano a denunciare: "Io mi sento solo come un cane...". A innescare l’omicidio di Thomas sarebbe stata una spirale di violenza iniziata il sabato precedente, quando un ragazzo egiziano è stato pestato a sangue da sette persone per aver risposto in arabo a una domanda. Un atteggiamento interpretato come un affronto da chi non vedeva di buon occhio quel gruppetto di giovani multietnico. Omar racconta di essere andato a sporgere denuncia ma gli sarebbe stato detto di ripassare il lunedì successivo.

Resta in piedi la pista della droga e della lotta per il controllo delle piazze di spaccio nell’ambito della quale potrebbe inserirsi il movente razziale. Un giro che orbita intorno al cosiddetto ‘casermone’ di Frosinone. Mentre continuano gli interrogatori, la Procura della Repubblica di Frosinone ha scelto di mantenere una linea di riserbo sulla vicenda "al fine di non compromettere lo sviluppo delle indagini in corso", definendo "non fondate" le ipotesi uscite giorni fa.

Tra i sospettati era emerso anche il nome di un esponente di un noto clan nomade che opera nel Basso Lazio, assoldato per organizzare l’agguato mortale nel centro del paese. Si attende ora l’esito dell’autopsia sul corpo di Thomas che si terrà domani all’obitorio del Verano, a Roma. Ulteriori elementi utili agli inquirenti potranno emergere anche dall’esame sul proiettile trovato sul luogo del delitto.