Mercoledì 24 Aprile 2024

L’Italia e la minaccia hacker: furti di dati da record

Tommaso

Strambi

Andrew Lewis ci aveva messo in guardia. "Se non state pagando qualcosa, non siete un cliente, siete il prodotto che stanno vendendo". Già, perché il vero petrolio del nuovo Millennio non è il greggio, ma quei dati che, ogni giorno, consegniamo, alle app ’gratuite’ che abbiamo scaricato sui nostri dispositivi.

E quello dei big data, come ben sanno gli appassionati di Diavoli (la fortunata serie tv tratta dal romanzo di Guido Maria Brera), è un mercato da trilioni di dollari capace di accendere gli appetiti della finanza internazionale e condizionare la politica (inconsapevole) dei singoli Stati. Proprio come ci raccontano Massimo Ruggiero (Alessandro Borghi) e Dominic Morgan (Patrick Dempsey) a partire dalla Brexit. Ma è tutto ciò che circola in rete a scatenare una vera e propria caccia al tesoro illegale. Come ben ci descrive l’ultimo studio dell’Osservatorio Cyber del Crif secondo cui le attività degli hacker sono esplose nel 2021, anno in cui sono cresciuti del +48,7% gli utenti italiani che hanno ricevuto un avviso di un attacco informatico.

E le ’pepite’ di questa immensa caccia al tesoro non sono solo le più ovvie (le carte di credito), ma anche codici fiscali, numeri di telefoni, indirizzi mail e di residenza. Una vera e propria miniera d’oro per i ’pirati’ del web che, grazie ai questi dati, possono creare false identità ed ideare truffe. Così sono disposti a tutto pur di entrarne in possesso. E, trattandosi di dati sensibili (che dovrebbero rimanere segreti), spesso il loro smercio avviene sul dark web (la rete oscura). Ma come ci finiscono? Gli hacker agiscono ovunque a partire anche dagli account più innocui come quelli legati ai siti di intrattenimento (soprattutto giochi online o piattaforme streaming).

Come fare dunque per difenderci? Sicuramente avere dei buoni antivirus che segnalano anche gli attacchi hacker e, poi, ricorrere a password più complesse. Molti, tra noi, infatti, continuano ad utilizzare combinazioni di numeri e lettere troppo semplici (al top si colloca ancora la sequenza 123456 seguita da 123456789 e dalla parola “password“). Insomma dobbiamo blindare i nostri punti di accesso, proprio come facciamo con le porte delle nostre abitazioni.