Mercoledì 24 Aprile 2024

L’incubo del contagio Salta la seconda banca Americani in fila agli sportelli Biden: nessuno perderà nulla

Dopo la Silicon Valley Bank fallisce anche la Signature di New York, specializzata in criptovalute. Ansia tra i correntisti. La Casa Bianca: "Tutti riavranno i loro soldi, tranne gli investitori"

Migration

di Giampaolo Pioli

Joe Biden vuole prevenire paura, caos e tranquillizzare Wall Street. "Nessun correntista perderà un dollaro, i vostri soldi sono al sicuro e li potrete riavere da oggi", dice il presidente dopo il crollo della Silicon Valley Bank che aveva messo i sigilli ai suoi 17 sportelli venerdì. Poche ore dopo però anche la Signature Bank a New York è fallita, e la paura adesso di un nuovo crollo finanziario in Usa sta cominciando a salire, nonostante le parole rassicuranti della Casa Bianca che ha permesso la riapertura delle attività dei due istituti ma sotto il controllo federale.

Wall Street prima reagisce positivamente poi ripiega pesantemente quando emerge che almeno altre 7 banche cosidette regionali sono allo stremo e First Republic e Western Alliance Bank corp hanno perso rispettivamente il 70% e il 68% del loro valore. La Fed, col ministro del Tesoro Janet Louise Yellen, ha messo al lavoro tutti i dirigenti durante il weekend alla ricerca di una soluzione immediata dopo la chiusura dei due istituti finanziari che per le dimensioni americane vengono classificati come medi e piccoli ma con un portafoglio almeno nominale di oltre 250 miliardi di dollari. E il presidente della Fed ha annuncito: "Un esame accurato e trasparente degli eventi".

La Silicon Valley Bank in una sola giornata aveva perso a Wall street il 60% del valore e l’accusa ai manager è quella di averne fatto una gestione sconsiderata e non rispettosa del fondo di garanzia di fronte ai capitali concessi. Tutti i prestiti nei confronti delle Pmi soprattutto nel settore verde e ambientale vengono ora garantiti attraverso un patto tra banche più grosse che già a novembre aveva mandato segnali su Svb rimasti ignorati.

A Park Avenue, dove si trova la Silicon Valley Bank o sulla ventinovesima strada dove ha sede la Signature Bank, gli animi dei correntisti non sono tranquilli e non tutti credono agli effetti immediati delle parole del presidente e di Yellen, che ha annunciato i provvedimenti di salvataggio durante la notte. Poteva essere una catastrofe come nel 2008, ma questa volta gli ammortizzatori e i freni sembrano aver tenuto meglio, evitando uno tsunami finanziario e scongiurando, per il momento l’effetto domino che tutti temevano è dovuto anche al rapido aumento dei tassi. È garantita la copertura per i depositi individuali fino a 250mila dollari anche per cifre non assicurate. Il panico che si è diffuso tra i correntisti non è facile da rimuovere, anche se le parole di Biden sono nette: "La protezione sarà garantita ai clienti e ai correntisti ma non agli investitori, e non verranno spesi soldi pubblici per gli ammanchi bancari".

Il Congresso americano dopo la formidabile crisi del 2008 aveva fissato regole molto rigide e stress test obbligatori per garantire la salute degli istituti di credito e la loro trasparenza e liquidità. Ma durante la presidenza Trump, con la motivazione che troppa burocrazia frenava il business, molti controlli erano sgtati allentati o aggirati. La Silicon Valley Bank specializzata in prestiti alle startup ambientali si è vista costretta a rientrare nel giro di pochi giorni di 42 miliardi di dollari – più di un terzo dei depositi – e non ha retto l’impatto. Lo stesso è capitato meno di un giorno dopo alla Signature bank, specializzata in criptovalute. "Sono saltati tutti i meccanismi di controllo che la legge prevede – dicono gli analisti –nessuno ha fatto le dovute verifiche e ai dipendenti della banca era persino stato concesso un bonus poche settimane fa".